Il colloquio di lavoro: consigli basati su 6 mila ore di colloqui
Perché durante un colloquio di lavoro alcuni candidati hanno successo e altri falliscono?
È solo una questione di talento naturale, forza di volontà, fortuna o tecniche efficaci?
Il 100% dei candidati cerca la risposta a questo annoso quesito:
“Quali domande mi faranno al colloquio di lavoro?”
Se anche tu ti poni questa domanda sei decisamente in buona compagnia.
Infatti su Google “domande per colloquio di lavoro” viene ricercata 500.000 volte al mese solo in Italia.
Se cerchi il tuo primo impiego oppure se vuoi ricollocarti nel mercato del lavoro, si sa, che la competizione è altissima. Questo numero di ricerche appena condiviso con te è certamente termometro di questo.
MA ti svelo subito un segreto prezioso:
c’è un trend ricorrente in chi HA SUCCESSO al colloquio di lavoro e passa le selezioni.
Si tratta di una combinazione efficace di 4 elementi di cui parleremo in questo articolo:
- allineamento
- comunicazione
- metodo
- strategia
Quando raggiungi questa combinazione tra allineamento, comunicazione, metodo e strategia il tuo profilo sarà idoneo alla posizione lavorativa.
Potrai accedere all’azienda.
MA PRIMA… devi abbandonare tutto quello che pensi di sapere sul mondo del lavoro. Dimentica tutto ciò che sai sui colloqui di lavoro, il sentito dire, le voci di corridoio.
Dimentica i luoghi comuni! Tutto questo ti porterà a fare tutto ciò che fanno gli altri candidati.
Dimentica tutto: sono solo bufale!
Sebbene su internet ci siano tante informazioni su come prepararsi ad un colloquio di lavoro, in realtà creano solo confusione.
Il 99% delle informazioni online sono FALSE, di POCO VALORE, STAGIONATE, VECCHIE e di BASSISSIMA QUALITÀ’.
Le cose sono cambiate!
20 anni fa un colloquio di lavoro era basato quasi esclusivamente su capacità ed esperienze concrete. Oggi è centrato sulla tua personalità e sul tuo modo di pensare. Sai bene che le competenze trasversali la fanno da padrone.
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Cos’é il colloquio di lavoro
Prima di cominciare però dobbiamo capire perché le posizioni vacanti hanno la priorità. Non perché qualcuno vuole che tu trovi lavoro, MA perché qualcuno in azienda ha un problema.
Il selezionatore è un automobilista in panne sul ciglio della strada che ha bisogno di aiuto. E’ sbagliato fare questo paragone?
Ancora più sbagliato è pensarlo come un camion che distribuisce cibo, fermo sul margine della strada. Molti candidati fanno proprio questo errore!
Un cattivo candidato considera infatti il lavoro come qualcosa che risolverà tutti i suoi problemi.
Un buon candidato invece sa che lavorare significa risolvere i problemi di altri.
Ti anticipo subito ciò che accade in un buon colloquio di lavoro.
Due persone parlano a cuore aperto di un comune interesse e ognuna tira fuori quello che ha da offrire.
La preparazione migliore consiste nel trovare risposte sincere e adeguate ad alcune domande chiave. Non esistono domande a cui è impossibile trovare una risposta. Per tutte si può rielaborare una risposta in poco tempo.
Gli obiettivi del recruiter
Un Recruiter avrà i seguenti obiettivi:
- Comprendere le motivazioni del candidato o eventuali vincoli.
- Attrarre il candidato trasferendo valori e mission aziendale.
- Chiarire i dubbi del candidato per renderlo consapevole dei contenuti e delle attese relativi alla posizione ricercata.
- Percepire la coerenza tra valori e mission aziendali e quelli del candidato.
Durante un colloquio di lavoro si cerca una corrispondenza. Un vero e proprio match.
Per affrontare il futuro è necessario assumere persone capaci di affrontare i cambiamenti. Se sei in grado di gestire il cambiamento o addirittura apprezzarlo, le aziende ti cercheranno.
Per quanto riguarda le altre tipologie di colloquio si possono distinguere a seconda del numero di attori coinvolti. Li dividiamo in:
• Individuale
• Panel interview
• Colloquio in serie
• Colloquio di gruppo
Possiamo anche dividere i colloqui in base alla tipologia di struttura dell’intervista:
• Libera
• Strutturata
• Semi-strutturata
• Sotto stress
Il colloquio di lavoro: a cosa prestare attenzione
Direi di condividere subito alcuni degli estratti dell’Ebook “Domina il Colloquio”. L’ebook è una guida di 300 slide super scorrevoli che preparano ogni candidato ad ogni tipologia di colloquio. E’ stato scaricato ad oggi da poco meno di 1.000 persone.
Dove puoi trovarlo?
Facile. Te lo regalo all’interno del percorso formativo JobHero Academy
Le domande dei selezionatori potrebbero essere riassunte in 6 macro categorie:
- Classiche
- Sulla Carriera
- Domande sul Carattere
- Sulle Competenze
- Domande Capziose
- Domande sulla Creatività
Tra le possibili domande che un selezionatore potrebbe farti ricorda sempre una di queste categorie. Questo stratagemma ti permetterà di non confonderti e di capire qual è la reale motivazione dietro la domanda posta. Non entro adesso nel merito di ciascuna macro famiglia perché risulterebbe scontato. Ragioniamo invece sulle domande aperte preferite dal Recruiter.
Il selezionatore e le domande
Quando le vostre competenze coincidono con quelle richieste, prendetevi un momento per giudicare criticamente le vostre capacità.
In ogni caso ricordate sempre di FORNIRE LE PROVE a sostegno di qualsiasi cose voi diciate.
Provate a pensarla così.
I selezionatori sono clienti frettolosi di un supermercato intenti a valutare gli scaffali. Davanti a centinaia di prodotti, non hanno altra scelta che puntare a quello che colpisce di più.
La vostra presentazione dovrà sempre servire a un unico scopo.
Comunicare velocemente cosa potete offrire a un datore di lavoro e costringerlo a volerne sapere di più.
Se una parola vi sembra troppo abusata, superficiale, preconfezionata, anche chi la legge penserà lo stesso.
E’ importante che tu faccia pratica a voce alta.
I candidati più convincenti sono i tipi timidi e mansueti. Non quelli che si promuovono in modo chiassoso. Ma tutti i candidati che colpiscono per la loro sicurezza hanno una cosa in comune: stanno bene nella loro pelle!
Sanno chi sono, cosa vogliono, quali sono i loro punti di forza e quali le loro debolezze.
Consigli e strategie basate sui casi vissuti
Le domande dei selezionatori sono abbastanza infingarde. Sono però sempre volte a ridurre il rischio di assumere in azienda un candidato non allineato. Il selezionatore da questo punto di vista è come un vero e proprio “investitore”. Deve far fruttare il suo investimento mitigando il rischio che scoppi in una bolla di fumo.
Ogni domanda dei selezionatori devi leggerle come se ci fossa uno schema ricorrente:
- Domanda di facciata
- Vera domanda alla quale dare risposta
La vera domanda: è quello che il selezionatore sta pensando realmente ma che è troppo educato per dirlo ad alta voce.
Ad ogni “Vera domanda” dovrai fornire una risposta seguendo una “Strategia vincente”. Questa strategia ti suggerisce un approccio efficace ed esempi su come rispondere a quella particolare domanda.
E’ preferibile la mentalità giusta senza le competenze richieste o le competenze necessarie senza la mentalità ideale?
A questa domanda, il 96% delle aziende rispose:
“Daremo priorità alla mentalità piuttosto che alle competenze“
Il mio metodo per impacchettare la risposta a regola d’arte facendo storytelling in modo sapiente si compone di:
Decollo: panoramica precisa e puntuale. Utilizzo la tecnica del ricalco dell’annuncio di lavoro su must have. Poi nice to have per conquistare l’attenzione del selezionatore sulla congruenza tra profilo e annuncio;
Volo: parlo del bisogno dell’azienda e di come posso aiutarli, racconto e faccio esempi;
Atterraggio: lascio una bella sensazione (regalo/dote/progetto/idea/ spunto/riepilogo della risposta).
Esempio con Domanda di facciata, Vera domanda, Strategia vincente e Risposta da dare
Domanda di facciata:
“Perché ha risposto all’annuncio?”
Vera domanda:
“Ha letto davvero l’annuncio? Sa di cosa abbiamo bisogno? Ha fatto i compiti a casa e ce lo dimostrerà oppure si aspetta da noi la pappa pronta? Quali link creerà tra le richieste del nostro annuncio e ciò che ha da offrire il suo profilo professionale? Cosa ci porta in dote?”
Strategia vincente:
Decollo: da 2 anni svolgo il lavoro di Supply Chain Specialist nella PMI XYZ. Nell’ultimo anno l’azienda ha visto triplicare il fatturato ed i centri di distribuzione. Abbiamo gestito flussi di merci in entrata e in uscita. Puntavamo al miglioramento di ogni fase dei processi logistici.
Volo: avete bisogno di una risorsa che:
- si occupi dell’attività di analisi e previsioni, controllo stock, monitoraggio KPI,
- sappia analizzare spedizioni e trasporti al fine di ottimizzarne l’efficienza ed i costi,
- sia in grado di supervisionare l’approvvigionamento dei materiali e dei servizi necessari al magazzino,
- sia responsabile del budget di reparto.
Atterraggio: quando ero nell’azienda XYZ mi è capitato di vivere un cambiamento epocale e strutturale sfidante.
Quando gli altri vedevano solo complicazioni, io ho colto la palla al balzo per rivedere l’intero processo. L’ho reso più efficiente, portando valore aggiunto all’azienda che ho potuto quantificare in XYZ. Il mio progetto speciale ha fatto risparmiare all’azienda l’equivalente di 5.000 km (la stessa distanza che c’è da Milano per raggiungere il Polo Nord).
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APPROFONDIMENTI
“Da 2 anni svolgo il lavoro di Supply Chain Specialist”
Poni subito l’attenzione sul tuo job title (= a quello della posizione lavorativa per la quale ti sei candidato). Sottolinea la tua esperienza (nel caso tu ne abbia e venga indicato come una richiesta “mandatoria” o un “nice to have” nell’annuncio di lavoro).
“PMI XYZ che nell’ultimo anno ha visto triplicare il fatturato ed i centri di distribuzione”
Se l’esperienza pregressa è stata svolta in aziende piccole o medie e ti stai candidando per un’azienda multinazionale enfatizza quanto sia stata formativa l’esperienza. Sottolinea come hai contribuito alla crescita dell’azienda in dimensioni e complessità.
Se la tua azienda precedente non era organizzata né tanto meno in crescita allora punta su l’aver gestito casistiche tra le più disparate. Non hai visto soltanto un pezzetto dell’interno flusso ma il processo complesso. Hai sempre avuto la visione d’insieme.
Solitamente la differenza sostanziale tra PMI e Multinazionale è che nella PMI si è più un jolly. Nelle multinazionali invece si vede soltanto una parte di attività ed il tutto è più parcellizzato.
“Abbiamo”
Parla da subito del “noi”. Fai sentire che ti senti (o ti sei sentito) parte dell’azienda per cui lavori (o hai lavorato).
Il senso di appartenenza e di far parte di una squadra è molto importante che venga fuori sin da subito. In nessuna azienda tipicamente piacciono i fuori classe isolati che tengono a distanza gli altri colleghi. E’ importante integrarsi, armonizzarsi, fare team.
“Avete bisogno di una risorsa che si occupi dell’attività di analisi e previsioni…”
Fai capire che hai ben chiara la posizione lavorativa, le attività e mansioni da svolgere.
I bisogni ed i desiderata dell’azienda. Hai fatto i tuoi compiti a casa prima del colloquio? Hai scoperto perché l’azienda sta assumendo. Ad esempio un azienda in forte espansione andrà ad impattare l’operatività di molte funzioni organizzative.
Una potrebbe essere certamente quella per la quale ti stai proponendo.
Crea il link con la notizia in questa sezione “VOLO”.
“Cambiamento epocale e strutturale sfidante”
Descrivi in modo vivido. Racconta un aneddoto nel quale ti sei differenziato ed hai portato valore per l’azienda. Quantifica.
“5.000 km (la stessa distanza che c’è da Milano per raggiungere il Polo Nord)”
Esempi del genere sono fondamentali per creare un’immagine reale nella mente del selezionatore.
Avreste potuto convertire i km dicendo 5.000 km, l’equivalente di 10.000 petroliere come la Jahre Viking, soprannominata Happy Giant con una lunghezza complessiva di ben 458 metri.
Insomma hai capito il senso? Utilizza immagini evocative forti.
Questo ti permette anche di dare voce alle tue passioni (collegandole al mondo professionale). Se ti stai proponendo per un’azienda che ha davvero a che fare con petroliere, potrebbe essere davvero interessante questo esempio.
Ti candidi per la stessa posizione lavorativa all’IKEA? Hai fatto risparmiare all’azienda 100.000 € grazie agli accorgimenti da te introdotti?
Allora potresti considerare il prodotto più venduto di sempre dell’Ikea. Potresti dire “l’equivalente di 1.000 librerie billy” (ognuna costa circa 100 € no?).
Inoltre, conducendo migliaia di colloqui, ho identificato i tratti principali dei candidati. Li ho sintetizzati nella parola “Mentalità 3 G (Global, Good, Grit)”
Sono alla base per ottenere grandi successi durante i colloqui di lavoro, e non solo.
Global: Capacità di avere una visione di insieme che vi permetta di unire i puntini. Permette di comprendere e gestire quotidianamente cambiamenti e difficoltà facendo continuamente collegamenti logici. Caratteristiche chiave: adattabilità, flessibilità, capacità di costruire relazioni, apertura mentale, spirito innovativo.
Good: il modo in cui ti poni nei confronti del mondo, degli altri. Caratteristiche chiave: onestà, affidabilità, lealtà, sincerità, correttezza, affabilità.
Grit: Tenacia, resilienze. Caratteristiche chiave: impegno, senso di responsabilità, determinazione, motivazione, energia.
Ad esempio potrebbero chiederti di raccontare di quando hai mancato una scadenza o anche di calcolare qualcosa di stravagante tipo quante palline da golf può contenere un Boeing 747. Implicita in tutte le domande, ce n’è sempre una sola a cui tutte le aziende stanno cercando risposta:
“Hai la mentalità giusta per fornire un contributo davvero eccezionale?”.
Pensa ad esempio ad una domanda banale come “Perché vuoi questo lavoro?”.
Non potrai rispondere di certo “Per lo stipendio fisso e garantito”.
Come superare il colloquio
Un metodo infallibile per superare il colloquio di lavoro è sicuramente il metodo SCAR:
Situazione – Compito – Azione – Risultato
Questo metodo è un vero e proprio schema da avere SEMPRE in mente quando rispondi alle domande. Bisogna tenere un filo conduttore univoco senza perderti in chiacchiere poco utili. Non perderti in dettagli che rischiano di depistare il selezionatore!
Analizza la situazione: parti dalla situazione descrivendone i fatti concreti e oggettivi.
Fornisci dati reali e per farlo avvaliti per comodità delle “W questions”: Che cosa, dove, chi, quando, perché e quale.
Crea “link” tra questa situazione. Crea una eventuale situazione analoga che potresti trovare nella nuova azienda e nel nuovo ruolo.
Contestualizza il compito affidato: scendi nei dettagli del compito affidato descrivendone:
- criticità,
- complessità,
- obiettivi,
- tempistiche,
- soggetti coinvolti,
- opportunità,
- metodo per eseguirlo alla perfezione nei tempi e nelle policy dell’azienda.
Crea “link” tra questa situazione ed una eventuale situazione analoga che potresti trovare nella nuova azienda.
Spiega le azioni intraprese: non rimanere sulla superficie delle azioni svolte ma approfondisci. Spiega il perché hai intrapreso proprio quelle azioni, quali scelte hai fatto, cosa le azioni ti hanno insegnato. Descrivi quali competenze (trasversali e tecniche) tu hai messo in campo per compierle in modo fruttuoso.
Crea “link” tra questa situazione ed una eventuale situazione analoga che potresti trovare nel nuovo ruolo.
Esplicita i risultati raggiunti: concludi con i risultati raggiunti e i tuoi track record.
La maggior parte dei candidati dimentica questa importantissima parte relativa ai dati quantitativi. Quindi esplicita numeri e dati facendoli spiccare rispetto i benchmark di riferimento (settore, azienda, ufficio, competitor, altre esperienze pregresse).
Esempio
Se grazie alla tua efficiente organizzazione del lavoro e al multitasking riesci a portare a termine il compito di evadere 100 pratiche in una settimana non fermarti qui. Contestualizza e porta dati come benchmark!
All’interno dell’ufficio siamo in 8 e in media vengono evase 50 pratiche a settimana. Io sono l’unico a raddoppiare il numero di pratiche evase. Non si tratta di quantità a scapito di qualità. Negli ultimi 12 mesi il tasso % di errore delle pratiche da me personalmente gestite è sceso del 20% rispetto ad un 35% medio degli altri colleghi. Questo ha permesso di avere un impatto positivo su tutto l’ufficio grazie al metodo XYZ che utilizzo.
Quando prepari i tuoi episodi da raccontare col metodo SCAR pensa che immediatamente il Recruiter potrebbe farti le seguenti domande. Tu anticipalo.
Queste quelle più comuni:
- in quale contesto?
- chi era coinvolto?
- con quale obiettivo?
- che cosa l’intervistato pensava, provava, voleva?
- che cosa effettivamente fece?
- risultati: che cosa successe?
- mi racconta di una volta in cui ha realizzato un progetto particolarmente sfidante? (orientamento al risultato)
- mi racconta di una volta che ha dato o chiesto un contributo importante in un lavoro di gruppo? (team-work)
- mi racconta di una volta in cui ha convinto qualcuno a fare qualcosa? (persuasione)
Capito il senso del metodo SCAR? Adesso non ti rimane che fare esercizio.
Chiedi a qualcuno di simulare un colloquio per telefono o personalmente per fare pratica.
Potremmo farlo insieme se entrassi a far parte della JobHero Academy. Pochi sono i fortunati che ogni mese accedono al percorso formativo più esclusivo in Italia. In tal modo costruiremo un progetto professionale di successo, scopri di più QUI).
Non lasciare che ti trovino impreparato. Comincia a raccontare la tua storia e se vuoi metterti in gioco: candidati subito per la Consulenza Strategica Gratuita.
Bene, spero di cuore che questo articolo ti sia stato utile.
Ti avrà avvicinato un po’ di più al tuo obiettivo di vivere la vita professionale?
Mi piacerebbe tantissimo conoscere la tua opinione. Sapere se ti è piaciuto e se inizierai presto ad utilizzare il Metodo.
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Per me significherebbe davvero molto. Grazie di cuore!
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Ogni giorno mi impegnerò a rendere più facile e affascinante il viaggio che trasformerà le tue esperienze, competenze e talenti in un lavoro arricchente di cui tu potrai andare fiero.
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