Diventare manager in azienda: raggiungi i tuoi obiettivi di carriera
Questo articolo nasce per avvalorare la TESI che ha trasformato la mia vita professionale. Una tesi nella quale CREDO fermamente e che è fondamentale per diventare manager.
Crescere professionalmente oggi è l’unica opzione per vivere una vita di successo. Una vita piena, libera e felice. Una vita appagante per sé e per i propri cari.
Prima di cominciare a fare sul serio, ecco alcuni ASSUNTI FONDAMENTALI per allinearci.
In questo articolo quando parlo di “diventare manager” ottenendo successo nel crescere professionalmente cosa intendo veramente?
Non l’ottenere più soldi, né il salire nella piramide gerarchica sacrificando tutto il resto (vita privata, affetti, salute, tempo).
Intendo una crescita etica che assecondi gli obiettivi di ciascuno nella propria unicità. Daremo per scontato le tue COMPETENZE TECNICHE CONSISTENTI. Lavoreremo poi sulla STRATEGIA migliore per consolidare il tuo posizionamento.
Partiamo da alcune domande:
- Cosa vuol dire per TE essere di successo?
- Cosa vuol dire per TE avere successo?
- Cosa vuol dire per TE crescere professionalmente e fare carriera?
- Perché vuoi diventare manager?
Per alcune persone fare carriera vuol dire:
- far parte del CDA dell’azienda. avere quindi il potere decisionale sulla rotta dell’azienda;
- formare nuove generazioni di professionisti insegnando un metodo personale ed etico;
- ottenere una RAL migliore per la propria famiglia (benefit, welfare, assicurazione);
- avere maggiore potere di delega concentrandosi sul 20% delle attività che riescono meglio e che appassionano di più;
- decidere autonomamente come gestire il proprio tempo in ufficio e bilanciare, di conseguenza, la propria presenza attiva in famiglia.
Ti trovi in uno di questi punti? Comincia a ragionarci.
Per ME fare CARRIERA significava avere un impatto sulla vita degli altri. Significa dare il mio reale contributo al benessere di chi mi stava intorno con attività ad alto valore aggiunto.
Tutto ciò di RIFLESSO mi ha permesso di accrescere il mio impatto sull’organizzazione. Mi ha permesso, quindi, di ottenere maggiore libertà finanziaria e temporale così da dedicarmi alla mia famiglia.
Insegno da anni questo genere di CRESCITA PROFESSIONALE ETICA anche ai miei allievi.
Cosa significa essere manager in azienda?
Essere Manager oggi in azienda vuol dire ricoprire un ruolo di responsabilità per avere un IMPATTO REALE sull’organizzazione tramite il proprio contributo.
Essere Manager vuol dire essere capaci di creare un nuovo profilo olistico basato su Competenza, Audacia, Risolutezza e Contaminazione.
Questi sono i 4 elementi utili a creare un profilo di talento con la tipica M-Shaped.
Ma immagino di dover fare un passo indietro.
Prima devo dirti quali sono i modelli oggi utilizzati nel mondo del lavoro ad insaputa di chi lavora.
Esistono ad oggi 3 modelli: I-shaped, T-shaped ed M-shaped.
Ne hai mai sentito parlare?
Se no, non sei il primo ad esserne stato all’oscuro quindi non preoccuparti.
Per I-Shaped ci sono due modelli: I verticale ed I orizzontale.
Per I-Shaped verticale si intende una persona fortemente esperta in un singolo tema. Ad esempio, un dipendente che ha una fortissima specializzazione verticale in qualcosa. Al contrario, non conosce altri argomenti appartenenti all’ambito di appartenenza.
Per I-Shaped orizzontale invece si intende una persona che è generalista. E’ capace di molte attività ma senza essere davvero esperta in nessuna di queste.
Nella preistoria si era altamente focalizzati sulla caccia e sulla raccolto. Tutto il “contorno” non veniva preso in considerazioni. Erano I-Shaped.
Pensiamo anche alle Gilde dei mercanti e dei fabbri. Queste erano gruppi di persone altamente specializzate dall’essere lontani dall’uomo “enciclopedico” rinascimentale.
Si aggiunge poi a questo modello una stanghetta e si diventa a forma di T. Ovvero si è capaci di molte cose. Si hanno diverse competenze tecniche generiche tra cui una in particolare di cui si diventa esperti.
Poi ancora ci si evolve in M-Shaped. Questa è la massima forma di trasformazione professionale, che ci porterà ad essere Manager. Diventiamo così capaci di affrontare il cambiamento lavorando su entrambe le direttrici: profondità e ampiezza in modo orizzontale e verticale al contempo.
Come si diventa manager in azienda
Chi vuole diventare Manager deve imparare a combattere perennemente con uno dei BIAS COGNITIVI più subdoli che esistano: lo status quo.
Per natura, noi esseri umani NON siamo portati a cambiare e migliorare. Siamo portati a risparmiare quante più energie possibili.
Se la mente trova un comportamento per farci risparmiare energia stai pur certo che ci farà agire in quella direzione in ottica di conservazione.
Più una scelta comporta una significanza emotiva e uno sforzo fisico, più rischiamo di non scegliere e di rimanere immobili.
Lo stesso accade quando abbiamo più scelte da poter compiere. Anche in questo caso rimarremo stagnanti nella nostra palude di inazione. Sceglieremo di non agire!
Ogni scelta può essere una possibile scelta e questo manda in loop il nostro agire.
Chi desidera crescere nel lavoro ed ottenere successo DEVE combattere (e sconfiggere) questo bias cognitivo limitante e opprimente.
La mente umana piuttosto preferisce fallire nel non far niente anziché tentare. Sarà capitato anche a te immagino sul lavoro di pensare qualcosa del genere:
“Vorrei proporre al mio capo questa idea/progetto. Non sono sicuro di quello che potrebbe dire però. E se pensasse che è una proposta tremenda? Forse è meglio rimandare ad un’altra occasione.”
Bene, anche in questo caso ti saresti trovato vittima dello status quo. Se non sei sicuro di farcela la mente ti porta a non agire perché vuole risparmiare energie.
I veri professionisti M-shaped invece affinano un profilo olistico. Quest’ultimo sarà capace di comprendere immediatamente quale sia il COSTO di NON FARE. Il costo di non prendere una decisione, di non fare una scelta. Ti sta piacendo questo articolo? Possiamo approfondire questi argomenti e delineare insieme la tua strada professionale con una consulenza strategica.
Ogni settimana, ad esempio, durante le mie sessioni di coaching ascolto molteplici storie di professionisti insoddisfatti. Hanno il desiderio di cambiare ma non hanno la forza di scegliere. Così rimandano qualcosa che diventa sempre più inevitabile.
Sono perfettamente vittime silenziose dello status quo.
Sanno di poter crescere in azienda, di poter contribuire in modo diverso e di raggiungere più alti traguardi diventando i modelli di vita che hanno sempre desiderato. Eppure investire in un percorso di career coaching appare ai loro occhi fin troppo dispendioso. Proprio in quell’istante si palesa il COSTO DI NON FARE.
Tu hai mai calcolato il COSTO di NON FARE?
Prendi spunti e metabolizza questi concetti.
Cosa bisogna studiare e conoscere per diventare manager
Il 95% di chi in azienda ha l’intraprendenza e il coraggio di puntare alla scalata in azienda compie un errore incredibilmente: pensa che per diventare manager serva investire su competenze tecniche specifiche.
I luoghi comuni sono molteplici:
- chi crede che non ottiene una promozione perché non è in grado di usare alla perfezione excel;
- chi pensa di non essere diventato quadro d’azienda a causa dell’inglese maccheronico;
- chi invece ritiene di dover prendere un nuovo master costoso in qualche università blasonato per aprire le porte della managerialità.
Niente di tutto ciò. Le competenze tecniche pesano eccome, ma ormai è stato sdoganato da anni il peso specifico delle ben più appaganti e ricercate ABILITÀ’ SOCIALI.
I quadri hanno compreso che ciò che fa la differenza nel business non sono tanto le competenze tecniche, ma le competenze soft.
Secondo l’HR Trends and Salary Report di Ranstad, le leve su cui basare la propria scalata al successo aziendale sono 4:
1. Valorizzazione e accrescimento delle competenze (63,5%)
2. Ottenere la corretta visibilità interna ed esterna all’azienda (53,2%)
3. Coinvolgimento continuo in progetti strategici (46,8%)
4. Costruire e mantenere un ambiente aziendale coinvolgente e piacevole (26,3%)
Allora chiediamoci:
“Quali competenze servono per diventare manager?“
Ne cito alcune:
– Iniziativa, spinta a realizzare i propri obiettivi e adattabilità
– Influenza, capacità di leadership e consapevolezza politica
– Empatia, fiducia in se stessi e capacità di valorizzare gli altri
I manager con queste qualità superano i propri obiettivi di minimo il 20% (i migliori).
Quelli che non le possiedono hanno prestazioni inferiori in misura del 20% (i mediocri).
Capisci bene che tra i primi (migliori) e i secondi (mediocri) il gap è del 40%!!!
Inoltre allenare un SKILL-SET COMPLETO di Abilità Sociali è la migliore soluzione per mantenere una elevata OCCUPABILITÀ di lungo periodo contro l’obsolescenza programmata delle competenze tecniche e contro la corrosione professionale a cui ogni professionista è soggetto.
Chi non lo fa, rischia di rimanere fuori dal forte cambiamento in corso.
Le abilità sociali unite a metodo e strategia creano un sistema efficace per monetizzare le tue competenze in azienda.
Quali titoli servono davvero
Non serve alcun titolo specifico per diventare Manager e crescere in azienda.
In passato si pensava che certificati ed attestati potessero incoraggiare questo tipo di sviluppo. Il ragionamento era perfettamente corretto: la formazione e le informazioni erano per pochi eletti.
Oggi invece la formazione è a buon mercato anche grazie alla digitalizzazione e ad internet. L’accesso più democratico a fonti autorevoli di formazione/informazione rende i titoli accademici solo la base di default su cui costruire il proprio percorso di carriera. Tali certificati sono la condizione non più necessaria ma solo sufficiente per poter scalare la vetta.
Cosa serve davvero?
- tutto ciò che renda il tuo profilo olistico e a forma di M, come approfondito precedentemente;
- valuta attentamente le fonti online che utilizzi come faresti con quelle offline;
- sii sempre affamato di nuovi saperi;
- allena costantemente il tuo pensiero laterale e critico per essere di valore per l’azienda e generare un impatto positivo sull’organizzazione.
Tips e consigli pratici
Quasi tutti i “supereroi” che probabilmente hai in mente (gli idoli, le icone, i giganti, i miliardari o i super manager strapagati) sono strapieni di difetti.
Il loro punto di forza?
Hanno capito (prima di molti altri) che nessuno arriva al successo perché non ha debolezze.
Ci si arriva perché si scoprono i propri punti di forza e ci si concentra per SVILUPPARLI AL MASSIMO.
Una delle chiavi del successo ricorrenti per diventare manager sono 4 punti di forza:
Controllo: Non sei ostaggio del tuo lavoro né del ruolo che ricopri. Riprendi il controllo imparando a comprendere la reale mission e vision dell’azienda. prendi coscienza dell’organizzazione ombra e di come delegare attività e responsabilità a basso valore aggiunto grazie alla legge di pareto 80/20.
Visibilità: Il tasso di “esposizione” del tuo profilo determina il tuo successo in azienda. Tanto più ti rendi visibile ai reali decision maker dell’azienda tanto più accorcerai le distanze con loro. Sarai considerato come l’owner di progetti e attività ad alto valore aggiunto per l’azienda.
Socialità: Le abilità sociali condizionano il tuo valore percepito da parte di capi, colleghi e collaboratori. Saper far bene il tuo lavoro è la base per poter crescere. Se non riesci a comunicarlo agli share holders dell’azienda con relazioni solide, non arriverai lontano.
Asset: Trasforma le tue competenze in asset strategici. La maggior parte dei professionisti frammenta il proprio operato. non ha attenzione e cura dei propri trackrecords. Non fa link learning collegando i tasselli di esperienze differenti (Lavorative e non) per costruire un ecosistema di asset utili ad accrescere il proprio valore agli occhi del datore di lavoro.
Bene, spero di cuore che questo articolo ti sia stato utile.
Sicuramente ti ha avvicinato un po’ di più al tuo obiettivo di vivere la vita professionale a cui ambisci.
Sono certo che sia una vita che meriti!
Mi piacerebbe tantissimo conoscere la tua opinione.
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