Come fare carriera: l’approccio corretto al tuo percorso professionale

Come fare carriera

Fare carriera è un must ancora oggi per tutti coloro che hanno ambizione e fame di dare il proprio contributo al mondo.

Fare sentire la propria voce, però, non è affatto scontato.

Le aziende sono delle piramidi ai cui vertici siedono dirigenti ben pagati e di successo. Le strutture organizzative oggi appaiono più appiattite nelle gerarchie. Ma in realtà la piramide nel nostro Paese rimane ben salda anche se invisibile ai più.

Esistono 4 categorie di lavori subordinati: operai, dipendenti, quadri e dirigenti.

Sappi che su 39 Milioni di persone in età da lavoro solo 23,4 Milioni di italiani occupati seguono la seguente suddivisione percentuale nelle 4 categorie per Numeriche e RAL:

– 58,3 % operai
– 36 % dipendenti
– 4,4 % quadri
– 1,3 % dirigenti

(fonte: Dati Istat, Eurostat INPS)

Pensa un po’: SOLO il 4,4 % sono Manager (quadri d’azienda).

Per il 95% di chi lavora fare carriera rimane un sogno nel cassetto. E’ un’idea astratta tramandata dai padri ai figli senza ben conoscere realmente le regole del gioco per poter distinguersi da chi cerca, come te, di scalare la piramide aziendale.

In passato, fare carriera voleva dire rimanere nella stessa azienda per 40 anni, dimostrarsi affidabile, interessato sinceramente al benessere dell’azienda e fedele alla causa. Le porte della promozione, in tal caso, si sarebbero aperte periodicamente. Con conseguente nuovo ruolo, avanzamento di livello, nuovi benefit e bonus monetari e non.

Oggi non è più così, e non lo è più da un pezzo.

E’ necessario avere una strategia. Un piano d’azione pratico che ti permetta di bruciare le tappe senza necessariamente fare la vecchia, cara, ormai anacronistica “gavetta” ritenuta da padri e nonni come l’unica vera rampa di lancio per crescere professionalmente.

Niente di più sbagliato.

Perché non riesci a fare carriera?

I motivi per i quali non riesci ancora a fare carriera o a rendere scalabile la tua performance in ambito lavorativo sono molteplici. Direi che ce ne sono almeno 4 fondamentali dai quali partire.

È bene rimanere concentrati: stiamo per approfondire una questione molto spinosa e sottovalutata.

Non hai un ardente spinta interiore al miglioramento continuo? Non vuoi esplorare nuovi confini uscendo dalla tua area di comfort?
Non ami risolvere problemi accettando nuove sfide che esulino il “si è sempre fatto così”?

Se hai risposto “No” a queste domande… non continuare a leggere perché questo articolo non è per te!

Se invece ti riconosci proprio nelle parole che ho appena finito di scrivere, benvenuto!

Ti senti intrappolato in un ruolo, in un lavoro o in un’azienda che sta stretta alle tue ambizioni? Sai che puoi ambire a qualcosa di meglio e vuoi capire come arrivare a nuovi più alti traguardi?

Sei nel posto giusto!

Le 4 cause che bloccano la tua crescita professionale

Sono 5 i macro errori che devi assolutamente conoscere prima di gettare la spugna. Non pensare di non essere all’altezza di una promozione o di un nuovo incarico, devi solo correggere il tiro.

Chi non è in grado di fare carriera commette i seguenti macro errori:

– Non agisce da consulente ma da “posto fisso”
– Non conosce gli obiettivi non dichiarati dell’azienda
– Non crea successi aziendali iniziali né track record
– Non costruisce alleanze e sponsorship
– Non identifica le migliori fonti di informazioni

Pensavi ci fosse scritto qualcosa del tipo:
E’ colpa del tuo capo, dell’azienda non meritocratica, della crisi economica o dell’emergenza sanitaria covid se non fai carriera

Assolutamente niente di tutto ciò. Per cambiare vita lavorativa bisogna letteralmente cambiare il tuo orizzonte di ragionamento.

Per farlo ti consiglio di partire subito, ADESSO, immediatamente dal tuo mindset.

E’ proprio il tuo mindset che ti permette o NON ti permette di eccellere e raggiungere più ampi traguardi.

Quella tua voce nella testa che condiziona il modo in cui vedi le cose a livello conscio e inconscio. E’ il tuo modo di affrontare le sfide quotidiane (lavorative e non), risolvere i problemi, raggiungere obiettivi e risultati, prendere decisioni, fare delle scelte e molto altro.

La mentalità che ti guida nelle situazioni note o ignote, ogni singolo giorno della tua vita.

Non avere il mindset corretto vuol dire

– subire passivamente il lavoro rimanendo bloccati nella mentalità del dipendente;
-trasformarsi in un yesman pur di piacere a tutti,
– rimanere intrappolato nei propri pregiudizi e stereotipi dando seguito ad opinioni e luoghi comuni,
– non allenare il proprio pensiero laterale e critico,
– non adoperare le abilità sociali al fine di distinguersi dalla massa di colleghi e competitor

…e molto altro ancora.

Come fare carriera: cosa blocca la tua crescita professionale
Chiediti: qual è la mentalità che utilizzi nel lavoro?

Se non hai il corretto mindset non riuscirai a comportarti come il 5% di chi ottiene il successo nel mondo del lavoro (quadro d’azienda, dirigente o top manager).

Rimanere nell’anonimato dove si trova il 95% delle persone non è sbagliato, non è affatto un errore. Se la pensi come me però, sai che abbiamo molto di più da offrire al mondo (del lavoro): sei d’accordo?

Immagino che la tua risposta sia “SI”. In tal caso, continua a leggere e a porti le domande corrette utili al tuo sviluppo professionale.

Cosa significa fare carriera

Cominci ad essere stanco della solita routine lavorativa? Consideri il tuo lavoro troppo monotono, poco sfidante, con problemi da risolvere sempre identici e prevedibili? Pensi di poter dare di più, di poter contribuire in modo diverso all’azienda in cui lavori?

Bé, sei sulla buona strada per uscire dalla tua area di comfort e ampliare la tua area di influenza.

Di lì a poco infatti sentirai come un malessere dentro di te che comincerà a farsi sempre più strada. Ti porterà a pensare a nuovi modi per fare di più e meglio il tuo lavoro. Comincerai a cercare nuove strade per rendere efficienti le tue performance e quelle dei tuoi colleghi. Non vorrai più perdere tempo! Tempo che potresti utilizzare per altre attività lavorative. O, in ambito personale, tempo che potresti dedicare alla tua famiglia.

Insomma ti renderai conto che non vuoi più rimanere nella condizione in cui ti trovi.

Mi sono sentito anche io così, proprio come te. Ed è stato allora che mi sono interrogato su cosa volesse dire davvero fare carriera. (Puoi approfondire CHI SONO qui)

In Italia, c’è il mito della carriera e al contempo del posto fisso. Quando entrambe le variabili posto fisso + carriera si combinano, sembra di aver raggiunto lo scenario perfetto. Uno scenario dove poter prosperare e rimanere fino alla tanto agognata pensione.

Ma fare carriera porta con sé una moltitudine di sfaccettature diverse per ciascuno di noi. TU devi necessariamente capire cosa vuol dire PER TE fare carriera. Questo PRIMA di mettere in atto tutte le strategie per ottenere una promozione e crescere professionalmente.

In caso contrario, rischi di schiantarti prendendo strade errate e facendo terra bruciata intorno a te.

Per alcuni fare carriera vuol dire:

– crescere nella piramide dell’azienda in modo verticale in responsabilità,
– conquistare una posizione di prestigio nel cda avendo voce in capitolo sulle decisioni strategiche di lungo periodo,
– godere di più tempo da dedicare ai propri affetti senza obbligo di badge,
– ottenere migliori condizioni economiche (Retribuzione Annua Globale + Benefit etc.),
– abbandonare l’80% di attività e responsabilità a basso valore aggiunto e fortemente time consuming a favore di un 20% di progetti e responsabilità ad alto valore aggiunto,
– avere l’occasione di gestire, formare, far crescere gruppi di lavoro sotto la propria guida,
– gestire budget sempre maggiori (da decine di migliaia di euro a milioni di euro),
– etc.

E’ fondamentale conoscere prima di tutto noi stessi per, poi, costruire la migliore strategia idonea a raggiungere il tuo scopo.

Ognuno dei punti dell’elenco precedente infatti deve essere affrontato con una strategia diversa per non fare un buco nell’acqua in azienda.

Il 95% di chi lavora OGGI infatti non fa carriera perché non ha consapevolezza né di se stesso nè dell’azienda nella quale collabora. Ovviamente in questo modo non si crea una comunione di intenti utile al benessere win-win di entrambe le parti.

Conosci davvero i tuoi driver motivazionali che ti spingono a dire “Devo crescere”?

Beh, avrai capito, che se nella testa ti frullano pensieri del tipo: “Guglielmo ma è chiaro, voglio fare carriera per avere più soldi da spendere per me e la mia famiglia. Ho il mutuo da pagare, la rata della macchina e la scuole dei figli di saldare

Vuol dire che non siamo ancora allineati.
E’ necessario andare molto più in profondità di così. Non preoccuparti, non sei solo!

Ricorda che le aziende non vogliono opportunisti e arrivisti dichiarati tra le fila dei propri collaboratori. Le aziende vogliono professionisti credibili, autorevoli, distintivi. Professionisti capaci di generare performance fuori dal comune grazie ad un uso sapiente delle proprie competenze tecniche ed abilità sociali.

Di cosa hai bisogno per fare carriera

Per fare CARRIERA ed essere VISIBILI in azienda OGGI è necessario essere allenato nelle 10 SKILLS e ABILITÀ’ SOCIALI più richieste dal mercato del lavoro.

Capacità di diagnosi, di relazione, di problem-solving, di decisione, di comunicazione, di organizzazione del proprio lavoro, di gestione del tempo, di adattamento a diversi ambienti culturali, di gestione dello stress, attitudine al lavoro di gruppo, spirito di iniziativa, flessibilità, visione d’insieme non saranno più un problema per te che seguirai i miei consigli.

Roberto Savini Zangrandi, direttore Quadrifor, su un campione di 1.020 quadri (degli oltre 60 mila iscritti a Quadrifor) e 791 imprese (delle oltre 12 mila iscritte) afferma la crescente centralità dei middle manager nei processi lavorativi e nelle responsabilità all’interno delle imprese.

Un ruolo sempre più strategico che le stesse aziende riconoscono ai quadri:

– per il 57% “determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di performance”,
– per il 58,8% “necessari al buon funzionamento dell’impresa”.

Il 40,7% degli intervistati ritiene infatti che quello del quadro sia un ruolo di responsabilità e che le differenze con il ruolo del dirigente siano sfumate.

Inoltre i middle manager si configurano sempre di più come dei people manager, con il compito di gestire persone. Dalla rilevazione è emerso che il 73,2% dei quadri è direttamente responsabile di un team di collaboratori”.

Questo nuovo ruolo richiede competenze diverse. Sempre di più i quadri avvertono la necessità di acquisire “strumenti” per migliorare la consapevolezza di sé ed allenare Abilità Sociali.

abilità sociali per fare carriera

I quadri hanno compreso che ciò che fa la differenza nel business non sono tanto le competenze tecniche che si reperiscono facilmente sul mercato, ma le competenze soft.

Secondo l’HR Trends and Salary Report di Ranstad le leve sono 4:

1. Valorizzazione e accrescimento delle competenze (63,5%)
2. Premi non finanziari come il riconoscimento e la visibilità interna ed esterna all’azienda (53,2%)
3. Coinvolgimento continuo in progetti strategici (46,8%)
4. un ambiente aziendale coinvolgente e piacevole (26,3%)

E’ necessario avere una strategia chiara ed un piano efficace che permetta di uscire dalla gabbia: diventare Manager è l’unica opzione!!!

A me ha cambiato non soltanto il mio tenore di vita, ma anche come vivo la vita privata. Adesso sono molto più a mio agio, sereno e gratificato dell’apporto che fornisco.

E’ per questo che ho deciso di non tenere per me tutte queste strategie. Queste “buone pratiche” mi hanno permesso di raggiungere importantissimi traguardi.

Pensa infatti che la nuova misura di eccellenza richiesta esplicitamente dai datori di lavoro punta sempre di più sulle ABILITA’ SOCIALI.

Allora chiediamoci:

Quali competenze servono per fare carriera”?

Ne cito alcune…

– Iniziativa, spinta a realizzare i propri obiettivi e adattabilità
– Influenza, capacità di leadership e consapevolezza politica
– Empatia, fiducia in se stessi e capacità di valorizzare gli altri

I manager con queste qualità superano i propri obiettivi del 15-20%. Quelli che non le possiedono hanno prestazioni inferiori in misura del 20%.

Capisci bene che tra i primi (migliori) e i secondi (mediocri) il gap è del 40%!!!

Ovviamente le competenze citate da sole non bastano.

Per questo motivo ho deciso di fornire, come faccio da anni, estrema qualità facendoti risparmiare tempo e denaro. Ottimizzerai al massimo il tuo investimento grazie ad uno skill-set completo che nessun Master universitario o Academy offre.

Ho pensato ad un Master innovativo e pratico. Acquisirai le ABILITÀ’ SOCIALI NECESSARIE per diventare un Manager efficace e di successo.

Insieme, tramite un percorso passo passo, alleneremo insieme le COMPETENZE TRASVERSALI citate e costruiremo il tuo percorso di carriera!

Il Master è un acceleratore, o, se preferisci, un modo per far fiorire i tuoi talenti. Talvolta questi talenti si celano dentro ognuno di noi, basta solo scoprirli.

E’ una guida volta a renderti indipendente e pienamente consapevole dei tuoi mezzi e di ciò che puoi raggiungere in azienda.

Ci sarà un confronto continuo con me e con le tecniche che mi hanno permesso di avanzare in azienda velocemente.

E’ un mezzo che ti permetterà di posizionarti in azienda come un professionista “premium”. Sarai riconosciuto per le tue competenze e visibile ai decision maker dell’organizzazione. Supererai i limiti che potresti sentire di avere o che ad oggi ti bloccano.

E’ un modo scientifico di passare al “livello successivo” per le tue competenze professionali e personali.

Cosa studiare per fare carriera

Sono un cosiddetto “lettore forte”: sono anni che leggo un libro alla settimana. Ne ho accumulati a centinaia!

Per la precisione, da quando ho cominciato a contarli, sono circa 223 libri. Li ho letteralmente divorati e metabolizzati. 223 libri su management, imprenditoria, organizzazione aziendale, marketing, psicologia, vendite e molto altro.

Considera che un lettore forte legge 12 libri l’anno, uno debole 3 l’anno.

E’ come se avessi letto e incanalato nei miei corsi 20 anni di letture specialistiche.

Leggere mi ha cambiato la vita. Così come l’ha cambiata a Manager illustri e personaggi di successo come Bill Gates, Warren Buffet, Steve Jobs etc.

Ho deciso di creare una mia lista di titoli preferiti.

Grazie ad essi, ho creato un SISTEMA di conoscenze integrate capace di farmi arrivare ad essere l’uomo ed il professionista che sono oggi.

Ho pensato di farti questo regalo raggruppando i 15 libri più utili:


– Diventa chi sei di Emilie Wapnick
– Homo Deus di Yuval Noah Harari
– Le 7 regole per avere successo di Stephen R. Covey
– Drive di Daniel H. Pink
– I 4 Colori della Personalità di Lucia Giovannini e Nicola Riva
– Leadership Emotiva di Daniel Goleman
– Small Giants di Bo Burlingham
– Pensa e Arricchisci Te stesso di Napoleon Hill
– Gli Stadi del Successo di Claudio Belotti
– Strategia Oceano Blu di W. Chan Kim e Reneè Mauborgne
– Resonate di Nancy Duarte
– Come Trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie
– Problem Solving Strategico di Giorgio Nardone
– Trova il Tuo Perché di Simon Sinek
– Resilienza di Andrew Zolli

Oltre ai libri sono diventato il professionista che sono oggi grazie a:

– un sano e costante confronto diretto con decine di Top Manager di PMI e Multinazionali facenti parte del mio network composto da +500 membri all’attivo.

– oltre 200.000 € nella mia formazione per essere sempre più “skillato” e bruciare le tappe velocemente

– più di 100 ore di corsi di formazione manageriale di alto profilo

– oltre 10 anni di esperienze come imprenditore, consulente, manager, selezionatore, formatore e career coach

Ma la mia vita professionale non è tutta rose e fiori, anzi tutt’altro e puoi approfondirla cliccando su CHI SONO.

Ma ora proseguiamo subito con 3 ulteriori consigli pratici!

Tre consigli pratici per la tua crescita professionale

Cominciamo subito parlando di SWITCH MENTALE. E’ Assolutamente fondamentale che tu lo faccia. Ti servirà a prosperare nel mondo del lavoro e costruire un progetto professionale solido, duraturo e a prova di crisi.

1) Lavora sul tuo switch mentale

Per “Switch Mentale” piuttosto che per “Shift di Paradigma” si intende un vero e proprio cambio radicale di mentalità. E’ un cambio di prospettiva necessario affinché tu possa arrivare all’apice della piramide aziendale.

Questo cambiamento si riferisce alla capacità di vedere le cose ad un livello superiore.

Esempi di Switch mentali orientati a vedere le cose ad un livello superiore possono essere:

passare dal dare la colpa ad un collaboratore per non aver raggiunto un risultato prefissato, a creare una visione di insieme riguardo gli elementi:

Persone – Processi – Cultura

valutare se i collaboratori non eseguono determinate procedure non solo perché svogliati, ma forse perché il processo non è produttivo o condiviso.

Lo Switch Mentale permette di “dare un significato diverso” ai soliti eventi, scatenando nuove risorse mentali in noi stessi e negli altri.

È una consapevolezza in realtà molto intrigante da utilizzare per distinguersi nel lavoro (e nella vita).

Qui sotto puoi leggere un assaggio del cambio di paradigma che trovi all’interno del percorso formativo Mi Vedo Manager, il mio Master creato dopo 10 anni di esperienza nel mondo del lavoro.

Sei pronto? Continuiamo!

Switch Mentale n°1: il 95% delle persone sbaglia

Si, hai capito bene: il 95% delle persone sbaglia e devi sempre tenerlo a mente. Sembra un’assurdità infondata e del tutto esagerata MA è fondamentale che tu parta sempre da questo assunto di base.

Te lo ripeto: il 95% delle persone sbaglia.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che il 95% delle persone OGGI in ambito lavorativo fa qualcosa di sbagliato.

Non pensare male. Non è detto che si sbagli volontariamente o perché si abbiano cattive intenzioni. Semplicemente le persone sono esseri imperfetti e commettono errori.

Magari quel professionista non ha le competenze, non ha le conoscenze, non ha la mentalità vincente e si affida al sentito dire.

Non c’è cosa peggiore di trovarsi in un’azienda dove ci venga detto che “si è sempre fatto così”. Come se sia qualcosa di assolutamente granitico, irremovibile da fare, da scalfire. Qualcosa del tutto impossibile da cambiare, da modificare e migliorare, rivedere e correggere.

Questo 95% di “professionisti” dobbiamo imparare a riconoscerlo ed evitarlo come la peste. Non ci interesserà il loro giudizio, né le loro opinioni ed azioni strampalate.

Perché non dobbiamo prenderli in considerazione?

Perché non ci porterebbe molto lontano il loro modo di essere e quindi di ragionare e fare azione. Soprattutto se quel 95% che stiamo considerando fa parte proprio di quella porzione della piramide organizzativa che non è ai vertici.

Tieni sempre a mente che noi vogliamo far parte del 5% che invece ha ragione e che guarda caso è arrivata al vertice dell’azienda. Non vogliamo far parte del 95% che parla in modo sconsiderato, credendo di avere ogni tipo di verità in tasca.

Questo è molto importante. C’è un cambio netto di mentalità tra dare ascolto a queste persone che si sbagliano invece di ascoltare quel 5% di persone che ce l’hanno fatta (e continuano a farcela).

Attenzione alle Meteore Aziendali

Chi sono le “meteore aziendali”?

Si tratta di persone che stanno vivendo un momento di notorietà e gloria. Magari hanno semplicemente assestato un unico, primo buon “colpo” in azienda (una grossa vendita effettuata, un grosso deal siglato, un progetto ben riuscito e così via). Si tratta di persone che credono di essere sulla cresta dell’onda e che sia automatico rimanerci con facilità.

ATTENZIONE a questi soggetti perché il loro progetto professionale non è ancora solido e potrebbe franare all’improvviso. Il rischio a quel punto è quello di essere accomunato a chi ha fallito ed essere dimenticato.

Ruba il lavoro: come gli artigiani a bottega

Non a caso formatori del calibro di Antony Robins per esempio, parlano costantemente di come raccogliere le cosiddette leve del successo. Queste leve hanno reso grandi, famosi, ricchi, potenti personaggi che fanno parte di quel 5% di top manager, top imprenditori etc.

E’ utile imparare a guardare con occhio critico avendo sempre un focus mirato su chi colleziona successi da tempo. Così da costruire un trend e un metodo basato su singoli step che se seguiti e replicati porteranno con più facilità al successo professionale anche te.

Scegli i tuoi informatori meticolosamente

All’interno del Master Mi Vedo Manager approfondisco questa parte relativa all’importanza di raccogliere informazioni preziose. E’ bene capire come intercettare le persone (colleghi, superiori, clienti, fornitori) che possano diventare informatori fidati e attendibili. Solo così si correranno solo rischi ponderati, evitando le alzate di testa e agendo con mente lucida come farebbe il 5% che ce l’ha fatta (e continua a farcela).

Impara a filtrare come le cozze.

Quando qualcuno dice qualcosa filtra le informazioni immediatamente, ponendo a te stesso le seguenti domande:

● Da chi arriva l’informazione? E’ di prima mano o “lavorata”?
● La fonte è affidabile? Che tipo di credibilità gli attribuisco da 0 a 10?
● L’informazione è avvalorata da fatti, numeri e dati oggettivi oppure è opinabile?
● Chi fornisce l’informazione che grado di collegamento ha con l’oggetto dell’informazione?
● In che modo questa informazione ha (o potrebbe avere) un ascendente su di te?
● Etc.

A questo punto valuta se considerare l’informazione come utile subito, utile in seguito oppure inutile o addirittura ostile/malevola.

Ricorda che a secondo del modo in cui tu l’abbia incasellata nel 95% dei casi, la potrai cestinare perché utile solo a generare confusione.

E noi non vogliamo sentirci così sviliti e depauperati di energie per delle “malelingue” no?

Vogliamo piuttosto essere padroni del nostro destino professionale.

Continua a leggere come diventare indispensabile per l’azienda e trasformarti in un professionista di successo.

Passiamo allo switch mentale n°2

Switch Mentale n°2: scambiare tempo per soldi

Passiamo al secondo cambio di paradigma che bisogna far avverare: scambiare tempo per soldi.

Tu probabilmente tra te e te pensi qualcosa del genere:

“Io sono un impiegato, quindi sono impiegato presso un datore di lavoro che mi “impiega” per raggiungere i suoi scopi aziendali tramite il contratto siglato. Mi offre dei soldi, una remunerazione in cambio del mio tempo. Semplice: tempo in cambio di soldi”

tempo per fare carriera

Questo ragionamento è figlio di millenni. Pensa già al tempo dei romani e all’istituzione del salario. Il termine “salario” viene proprio dall’utilizzo del sale usato al posto del denaro come compenso. Il sale aveva un grande valore all’epoca dei pretoriani!

Il 5% dei professionisti ai vertici hanno già scardinato questo malsano paradigma.

I Manager, i top manager non scambiano il loro tempo per il denaro.

Il tempo non è la variabile che determina il fatto che guadagnino di più, che abbiano maggiori responsabilità o bonus o ancora maggiori libertà. La variabile che a questi livelli entra in gioco in modo preponderante sono le performance e i risultati in generale.

Perché questo è importantissimo da capire?

Questa visione genera un vero e proprio spartiacque tra chi ha una mentalità da dipendente e chi invece è padrone delle proprie azioni.

La sindrome dell’occupato

Il dipendente medio commette l’errore di considerarsi occupato e di ricoprire una casella, occupandola per l’appunto fisicamente.

Se ci riflettiamo, la parola “occupazione” viene proprio dall’etimologia di essere occupati nel fare qualcosa di mentale (lavoro in ufficio ad esempio) o di materiale (lavoro in catena di montaggio ad esempio).

Occupiamo una posizione, ricopriamo un ruolo, stiamo fissi lì scambiando tempo per denaro. L’esempio lampante facile da comprendere è quello del portinaio di uno stabile che ha il compito di sorvegliare un immobile. Presidia quello spazio e per questo viene pagato nella sua immobilità.

E’ un esempio estremo, ma rifletti sul significato più profondo di ciò che stiamo affrontando.

Non è assolutamente così che si fa carriera e si raggiunge il 5%.

Il 5% di persone hanno basato la loro crescita professionale su un altro presupposto: quello di fare guadagnare ancora più soldi all’azienda. Dare delle performance ed ottenere dei risultati così grandi per l’azienda affinchè anche i vertici si rendessero conto che quello specifico puntino di impiegato stava facendo così tanto per l’azienda da meritarsi qualcosa di più.

Perché quella persona, a quel punto, diventa estremamente preziosa per l’organizzazione e quindi l’organizzazione non la può perdere, la deve tenere e custodire in casa propria perché altrimenti se andasse improvvisamente via porterebbe con sé denaro (non più guadagnato con facilità dall’azienda grazie ai preziosi consigli del professionista in questione) piuttosto che know how, competenze, clienti e molto altro.

Diventa quindi un MUST per l’organizzazione fare di tutto per trattenere un professionista di tale calibro.

Quindi, ricapitolando, il 5% di top manager e manager ce la fanno perché hanno capito la semplice quanto mai decisiva regola dello scambio di soldi per prestazioni, per performance, per risultati.

Pensa infatti alla libertà e piena autonomia di un quadro d’azienda, di un dirigente e top manager di poter liberarsi dalla schiavitù del badge, delle 8 ore lavorate.

Perché possono fare tutto questo?

Perché non importa a nessuno, non importa agli amministratori delegati e ai vertici dell’azienda se tu, come quadro d’azienda, sei produttivo nei tuoi risultati lavorando un’ora al giorno, due o tre ore.

L’importante è portare a casa il risultato. In quanto tempo e come sono solo fatti tuoi.

Se capisci questo cambio di paradigma incomincerai a vivere estremamente meglio all’interno dell’azienda perché la tua mentalità cambierà e anche il tuo approccio al mondo del lavoro e soprattutto ai tuoi colleghi, agli altri responsabili di funzione cambierà perché comincerai a dire:

Signori io porto questi numeri, questi risultati e quindi merito di avere quest’altra responsabilità, questo nuovo job title, questo nuovo team, questo nuovo progetto da seguire

Quindi capisci, adesso, come questi switch di paradigma siano tutti collegati uno con l’altro?

Per capire meglio tutto questo ti verrà in soccorso un termine che è stata concettualizzata da poco: Job Crafting.

Te lo spiego brevemente e poi avremo modo di approfondire.

Per job crafting si intende l’essere una sorta di crafter man, un artigiano che è in grado di plasmare come se fosse argilla il proprio lavoro.

Sono felice che tu sia arrivato fin qui nella lettura di questo lungo articolo-lezione perché queste sono soltanto le basi per avanzare nella tua vita professionale, per ottenere una promozione, per fare carriera e per avere il successo che sono certo TU meriti.

TI aspetto!

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Guglielmo Dragotta

La mia missione è aiutare le persone ad esprimere il proprio talento e potenziale per trovare il posto nel mondo (del lavoro) che meritano ed essere felici.

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2 commenti su “Come fare carriera: l’approccio corretto al tuo percorso professionale”

  1. Christian ha detto:

    Ottimo articolo che mi ha fatto scoprire nuove cose che non sapevo o ignoravo.
    Saluti

    1. Guglielmo Dragotta ha detto:

      Grazie di cuore Christian. Benissimo! Felice di aver aiutato! 😉

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