La situazione delle donne nel mercato del lavoro in Italia
L’8 Marzo è stata la Giornata Internazionale dei diritti delle donne, un momento perfetto per porre l’accento su un problema che ancora affligge le donne italiane: la disparità di genere nel mercato del lavoro.
Sono molti anni che si parla apertamente di questo problema, si discute di differenze salariali utilizzando il termine gender pay gap, di stereotipi che combattono l’uguaglianza nel mercato del lavoro e di molto altro.
Ma la situazione sta davvero cambiando? Dopo due anni di pandemia e crisi internazionali, le donne hanno risollevato un po’ il loro status nel mercato lavorativo o i problemi delle differenze di genere sono sempre gli stessi?
Esiste anche un altro scenario: dopo il Covid-19 la situazione delle donne nel mercato del lavoro potrebbe essere anche peggiorata.
She-cession: la recessione femminile nel mercato del lavoro
Dover parlare nel 2022, ancora di disparità di genere nel mercato del lavoro è a dir poco agghiacciante, come lo è il fatto che ci sono ancora persone che associano le capacità lavorative di una donna alla sua estetica, al modo di porsi o al colore dei suoi capelli.
Ne ho parlato proprio nel video che ho pubblicato l’8 Marzo 2022E, a proposito di un giorno che dovrebbe essere interamente dedicato ai diritti delle donne, voglio porre l’accento su qualcosa di allarmante, misurato con dati specifici e che ha anche già un nome tutto suo: she-cession, ovvero una recessione femminile nel mercato del lavoro.
Il ruolo della pandemia nel mondo del lavoro femminile
Non è stata tutta colpa del Covid-19, ma questo ha sicuramente influito sul mercato del lavoro italiano, e sono state le donne a pagarne il prezzo più alto.
Ecco alcuni numeri presi dai dati Istat dell’anno scorso: a seguito della pandemia, ci sono stati ben 101 mila nuovi disoccupati in tutta Italia. Di questi, 99 mila sono donne.
Ma non è colpa del Covid-19, anzi. Questi dati davvero agghiaccianti sono solo stati accentuati dal Coronavirus. Infatti, nel 2019 (e quindi prima dell’emergenza sanitaria) è stato segnalato dall’Ispettorato del Lavoro che ben 37.610 lavoratrici si sono dimesse a seguito dell’arrivo di un primo figlio.
La notizia non dovrebbe stupire, perché è facile comprendere che così tante neo-mamme decidano di dimettersi se si è consapevoli del fatto che solo il 21% delle richieste di part-time o di flessibilità oraria è stato accolto. E mi riferisco solo alle richieste effettuate da donne e uomini con figli piccoli a carico!
Quindi il Covid-19 che responsabilità ha nei confronti di questi numeri?
Sicuramente non ha reso la vita facile a nessuno nel mondo del lavoro. Ma questi dati sono solo una naturale evoluzione della mentalità italiana.
I dati sulla disparità di genere nel mondo del lavoro
Vediamo alcuni altri dati interessanti per capire cosa ha influito, e cosa continua a influire, sulla situazione delle donne nel mercato del lavoro:
- Alla fine del primo lockdown, il 31% delle donne ha annullato o posticipato la ricerca di una nuova occupazione
- Le donne occupate che vivono in coppia e hanno almeno un figlio a carico sono solo il 53,5%, mentre gli uomini nella stessa condizione (che quindi vivono in coppia, hanno almeno un figlio a carico e hanno un lavoro stabile) sono l’83,5%, una differenza di ben 30 punti percentuali.
- Le donne single con un lavoro stabile sono il 69,8%, mentre gli uomini single con un lavoro stabile sono il 76,7%
- Una donna su 5 smette di lavorare dopo aver avuto un figlio e, spesso, non per scelta personale ma perché le condizioni lavorative non le sono favorevoli
- Durante la pandemia, il 50% delle donne si è ritrovata con una situazione economica in peggioramento;
se si analizza la fascia d’età 25-34 anni, questa percentuale sale al 63%;
se si analizza solo la fascia d’età 45-54 anni, la percentuale di donne che ha visto diminuire le proprie entrate è del 60%
I diritti delle donne nel mercato del lavoro europeo
E rispetto al resto dell’Europa? Qual è la situazione delle donne nel mercato del lavoro in Italia rispetto a quello delle donne nel mercato del lavoro in Europa?
La realtà è che il nostro Paese, non è in recessione solo rispetto a prima del Coronavirus.
Quando si parla della situazione delle donne nel mercato del lavoro, l’Italia è indietro anche rispetto al resto dell’Europa. Infatti, l’Italia è penultima in Europa per occupazione femminile. Ultima, in realtà, se si guarda la fascia d’età che comprende le donne tra i 25 e i 34 anni.
E tutto questo senza considerare che in Italia, il 51% della popolazione è femminile e le donne, mediamente, sono più istruite degli uomini.
L’Italia raggiungerà mai l’uguaglianza e la parità di genere?
Lo spero, anche perché ho visto coi miei occhi che le donne valgono tanto quanto gli uomini nel mondo del lavoro e che le predisposizioni per una mansione piuttosto che un’altra sono assolutamente personali e non di genere.
Sono convinto inoltre che davanti a un problema, l’unica soluzione è agire per risolverlo. E in questo caso, e questo è un messaggio che lancio alle donne ma che vale per chiunque si senta svalutato nel mercato del lavoro, se senti di meritare di più dal mondo del lavoro, agisci per conquistarlo!
A tal proposito, ti lascio il link di un video che ho pubblicato qualche tempo fa che può aiutare ciascuno di voi a far carriera nel mondo del lavoro. Se non l’hai già visto ti consiglio caldamente di guardarlo!
Se ti interessano argomenti come questi li puoi approfondire tutti i giorni nella mia JobHero Start!, una community in cui migliaia di miei studenti ogni giorno studiano per crescere professionalmente.
L’iscrizione è gratuita e all’interno potrai cominciare a seguire le lezioni omaggio che sono già a tua disposizione, ma per alcuni di voi potrebbe essere utile anche seguire un percorso più approfondito!
Ti saluto con il motto della community: “se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”!