Trovare lavoro a 50 anni: usa il tuo bagaglio di esperienza
Trovare lavoro a 50 anni: si può?
Certo che si può!
E’ immediato trovare lavoro a 50 anni? E’ facile? Ovviamente no.
La bacchetta magica non esiste. Sarebbe una bugia se ti dicessi che in Italia non ci sia il tabù dell’età anagrafica. Nonostante ciò è possibile avere un’adeguata strategia che ti permetta di valorizzare le tue esperienze. Potrai così distinguerti dalla massa gareggiando sul “ring” corretto.
D’altronde oggi la vera sfida per tutti, giovani e meno giovani, è sempre quella di rimanere occupabile e utile il più a lungo possibile.
Se pensassi di essere al crepuscolo della tua vita lavorativa soltanto per aver superato i 50 anni avresti ovviamente il mindset più disfunzionale possibile. E di certo non otterresti nulla di buono e di utile al riportare in carreggiata il tuo progetto professionale.
Sei d’accordo con me, vero?
Se la pensassi così non avrebbe senso porti la domanda se si può trovare lavoro a 50 anni.
Ma se stai leggendo questo articolo è perché cerchi un supporto costruttivo. Come puoi immaginare non sono solamente i giovani a cercare lavoro. In generale le frange estreme rientrano sempre nelle categorie più svantaggiate.
C’è qualcosa di male in questo?
Assolutamente nulla. Se sai come usare questo scenario a tuo vantaggio! Dovrai però utilizzare la tua seniority nel modo più performante possibile.
Come sottolineato, le imprese che decidono di assumere del personale over 50 possono contare su un bagaglio di esperienze che, se sfruttato correttamente, può garantire grandi vantaggi.
Ma non è tutto qui. Va per esempio ricordato il fatto che l’incentivo introdotto dalla Riforma Lavoro 2012 (commi da 8 a 11 dell’articolo 4 della legge 92/2012) e regolamentato dalla circolare INPS 111/2013 è ancora applicabile anche nel 2020.
Si tratta nello specifico della contribuzione al 50% per i datori di lavoro che assumono disoccupati over 50 con alle spalle un periodo di disoccupazione di almeno 12 mesi. Un incentivo che vale anche nel caso di riassunzione di un vecchio dipendente.
Trovare lavoro a 50 anni, dunque, non è difficile come si potrebbe pensare.
Non è assolutamente il caso di demoralizzarsi. Cerchiamo quindi di analizzare l’attuale mercato del lavoro dal punto di vista di un lavoratore over 50.
Adopererò la storia di Martina come esempio. Ti illustrerò come puoi oggi accrescere le tue possibilità di trovare lavoro riqualificandoti sul mercato proprio GRAZIE alla tua età anagrafica.
La storia di Martina in sintesi:
Mi chiamo Martina ed ho 55 anni. Attualmente sono in cassa integrazione e so che dovrò cercare un nuovo impiego da qui a poco tempo.
Oggi ho la possibilità di sperimentare i miei interessi come le lingue straniere, ad esempio il tedesco.
Sono laureata in lingue. Ho frequentato molti percorsi formativi per utilizzare al meglio diversi strumenti come excel e power point.
Ho raggiunto una buona esperienza professionale più che trentennale che posso scomporre in tre grandi blocchi.
Assistente interna vendite per due anni, poi all’interno di un gruppo tedesco come impiegata commerciale e amministrativa, corrispondente estera e data entry, e per altri 18 anni circa all’interno di un gruppo italiano siderurgico occupandomi prevalentemente di vendite e reportistica prima e di ufficio acquisto, relazioni con fornitori esteri poi.
Ho davanti a me parecchi anni ancora di lavoro e cerco sempre di essere energica, dinamica, motivata e positiva. Ho molti interessi.
Fino adesso mi sono sempre dedicata al lavoro anima e corpo in modo totalizzante. In passato sono stata sicuramente più timida e insicura. Ma ho avuto la grande fortuna di aver incontrato persone che mi hanno aiutata a crescere agevolando le mie competenze.
Sono precisa, mi piace lavorare in team e costruire solide relazioni.
Come usare le tue conoscenze e la tua esperienza per trovare lavoro a 50 anni
Chi lavora come Martina da molti anni finisce per dare tantissime competenze, conoscenze e risultati come scontati. Finisce per non valorizzarli, collegarli gli uni agli altri né tanto meno condividerli in modo funzionale accrescendo il valore percepito nei confronti del selezionatore/datore di lavoro.
In questo modo 30 anni di esperienze finiscono nel 90% dei casi per essere sintetizzate in poche parole che sminuiscono i successi, i fallimenti, le lezioni apprese, le competenze tecniche e trasversali padroneggiate in decadi di attività lavorativa (e non solo).
Si finisce per non considerare più le responsabilità avute, i progetti di cui si è stati owner e a dimenticare i numeri oggettivi di quegli sforzi, talvolta titanici.
Se tutto ciò fosse raccontato, e messo per iscritto in modo organizzato, genererebbe grande impatto positivo nella nuova azienda.
Dettagli che racconterebbero la tua storia unica fatta di competenze memorabili ed esperienze arricchenti.
Un vero tesoro per la fortunata nuova azienda che potrebbe avvalersi dei tuoi servizi.
Così spesso l’over 50 enne (ma non solo, capita anche con chi ha 30-40 anni) non è per niente in grado di mettere in leva strategica la propria vita personale e professionale. Racconta solo ovvietà o le informazioni meno funzionali e pertinenti adducendo come scusa “il molto tempo trascorso” e rispondendo con frasi come questa:
“Non saprei darti i numeri del mio lavoro Guglielmo, è passato molto tempo. Di sicuro avrò ottenuto buoni risultati altrimenti credo che mi avrebbero licenziata prima”
Come puoi immaginare questa risposta non può essere la tua unica strategia né il tuo miglior approccio al “problema” da risolvere che qui ti illustro.
Bene, si tu HAI UN PROBLEMA in quanto over 50: devi sconfiggere i luoghi comuni su chi ha più di 50 anni anticipando e superando le possibili obiezioni implicite o esplicite su di te e sul tuo profilo.
Paure, obiezioni, luoghi comuni del selezionatore sugli over 50
Il selezionatore tendo sempre a definirlo come un investitore che cerca di massimizzare il proprio investimento riducendo il proprio rischio.
Come fa a ridurlo?
Studiando. Proprio come un investitore che opera in borsa, studia i trend passati e presenti per predire quelli futuri anticipandoli e cavalcandoli per uscirne al meglio.
Il selezionatore si comporta allo stesso identico modo. Quindi deve necessariamente rintracciare nelle scelte e nelle azioni presenti e passate del candidato elementi che gli permettano di acquisire certezze in più. Il selezionatore deve creare un potenziale miglior match tra aspettative dell’azienda, richieste esplicite del ruolo e comportamenti del candidato.
Il selezionatore ovviamente ha la responsabilità dell’intero processo. In quanto investitore, ed essere umano, è portato ad essere influenzato anche da paure, luoghi comuni e false credenze limitanti. Quest’ultime potrebbero portare a produrre obiezioni e quindi a scartare quasi d’ufficio il candidato over 50, anche se non si potrebbe legalmente discriminare in tal senso..
Qui alcune delle paure e delle obiezioni più ricorrenti:
- Dopo 30 anni in quello specifico ruolo, in quella specifica azienda sarà in grado di imparare a lavorare in modo differente seguendo i nostri protocolli e le nostre procedure aziendali?
- Sarà in grado di integrarsi all’interno dell’ufficio? Di stare al suo posto? Di dire la sua? Come reagirà?
- In quanto tempo sarà produttiva e supererà il BEP (Break Even Point) tra costo sostenuto dall’azienda per portarla a bordo, cuneo fiscale e valore prodotto grazie al suo lavoro?
- Quale rapporto ha con la tecnologia? Quali i tempi di apprendimento?
- Qual è lo stato di salute? Possibili patologie non segnalate che potrebbero portare ad assenze e lasciarci in tredici su progetti in essere?
- Quanto tempo potrà realisticamente rimanere da noi in azienda prima di andare in pensione? Rischiamo di formare una persona su un ruolo che ha un BEP lungo per poi a distanza di pochi anni vederla andare via dall’azienda
- Etc.
Ok, qui ho voluto riportare alcune paure e considerazioni che potrebbero scaturire nella mente del selezionatore/datore di lavoro.
Ce ne sono certamente molte altre da considerare e analizzare. Intanto mi piacerebbe che in modo strategico cominciassi a ragionare su queste in modo costruttivo, senza giudizio. Così potrai trovare la corretta narrazione utile a smontare in modo sistematico ognuna di quelle frasi nel precedente elenco puntato.
Il tuo obiettivo è quello di disinnescare questi luoghi comuni bloccanti e portare acqua al tuo mulino.
Ricordi? Il selezionatore è come un investitore. Tu devi fornire le massime garanzie di successo, ridurre il rischio e massimizzare il risultato portando elementi che accrescano la tua credibilità e certezza.
Martina quindi in che modo si è comportata? Vediamolo insieme!
Beh, Martina ha cominciato a raccontare qualcosa in più su di sé. Ma non ha argomento, spiegato e dimostrato in che modo possa essere davvero ANCORA UTILE al nuovo datore di lavoro.
Martina:
- Non ha usato alcun tipo di NUMERO;
- Non ha illustrato alcun tipo di METODO per spiegare come sia riuscita a raggiungere certe performance;
- Non ha portato casi di studio ed esperienze pratiche utili;
- Non ha creato un ecosistema funzionale a vendere le proprie competenze in modo coerente e funzionale ad una nuova azienda.
“Guglielmo quindi qual è la strategia migliore?”
Certamente la strategia migliore è quella di ripensare al METODO PAPI di cui parlo di continuo perché una delle armi più potenti in assoluto utile a comprendere COME NON UCCIDERE LA TUA CANDIDATURA.
Inoltre è bene pensare agli elementi positivi di cui dispone una risorsa over 50.
Continuiamo quindi questa esplorazione alla ricerca di nuovi punti di contatto positivi che ti caratterizzino come una risorsa utile e ancor più “garantita” rispetto ad una risorsa anagraficamente più giovane:
01. Il selezionatore è un investitore che studia il presente e il passato in cerca di trend utili e positivi per ridurre l’incertezza sul futuro.
Una risorsa giovane, alle prime esperienze o comunque anagraficamente più giovane ha molto “futuro” davanti a sé (incerto) e poco passato (certo) alle spalle utile a predire ciò che accadrà. Si lavora solo di potenziale in quel caso basandosi su pochi elementi. Un over 50 invece ha uno storico ben consolidato ricco di elementi di certezza e track record capaci di generare maggiore sicurezza e quindi maggiore affidabilità. Questi elementi vanno massimizzati e sfruttati certamente a tuo vantaggio.
02. L’essere stato all’interno del contesto così a lungo è sinonimo (facilmente argomentabile) di efficacia, performance non negative, affidabilità e coerenza rispetto al contesto.
Di fatto vige la regola: “Per rimanere 10-18 anni nella stessa azienda di certo non ti sei comportato male tanto da essere allontanato”. Usiamo anche questo a tuo vantaggio.
03. Come over 50 questa potrebbe essere potenzialmente la tua ultima azienda.
Per il datore di lavoro può essere un elemento di vantaggio perché i sacrifici, i soldi e gli sforzi per inserirti, formarti e renderti operativo non andranno persi nel giro di pochi mesi o pochi anni. In questo modo l’investimento fatto dall’azienda è garantito per il numero di anni che ti mancano (tendenzialmente) alla pensione e questo elemento devi essere tu a valorizzarlo. Tale periodo si conosce sin dall’inizio ed è una variabile in meno che il selezionatore/investitore dovrà tenere a mente.
04. Essendo potenzialmente la tua ultima azienda inoltre rende più tutelato il nuovo datore di lavoro.
Non potrai divulgare segreti industriali, know-how ed altre informazioni. E’ difficile cambiare nuovamente azienda stornando clienti o portando con sé info delicate o secretate.
05. Sei perfettamente idoneo a fare give back in azienda alla maniera americana.
Potrai restituire ai più giovani i tuoi insegnamenti, la ricchezza delle tue esperienze di vita, formare e guidare con dei programmi appositi di mentorship.
Accorcia il cv: togli il superfluo
Il curriculum vitae è soltanto uno strumento, lo ripeto in continuazione. E’ come un grimaldello utile ad aprire la porta dell’azienda. Prima è necessario avere un piano ben strutturato che ti porti proprio davanti la porta corretta da “scassinare”. Altrimenti ti rimarrà tra le mani il grimaldello ma niente di più.
Mi segui?
Ok. Quindi prima di pensare al tuo curriculum ripensa a tutto quello che abbiamo visto fino adesso in questo articolo. Potrai così metabolizzare le informazioni e ragionamenti.
Ovviamente posso aiutarti personalmente a venirne a capo parlandone in consulenza strategica. Puoi richiederla compilando il seguente form gratuito: RICHIEDI CONSULENZA.
Sei un osso duro! Bene, continuiamo allora.
Ti consiglio subito alcune letture utili a capire come eliminare il superfluo e lasciare soltanto ciò che conta davvero:
- Quale lavoro fa per te
- Come trovare lavoro senza esperienza
- Come scrivere un curriculum efficace
Dimostrati all’avanguardia e propositivo
Scomponiamo la storia di Martina. Cerchiamo di trovare elementi positivi su cui costruire una valida ed efficace narrazione che valorizzi la tua anzianità di servizio.
<< Mi chiamo Martina ed ho 55 anni >>
A cosa importa la tua età? Perché citarla immediatamente? Valorizzala subito! Non è importante il numero di anni che si hanno ma in che modo hai fatto “fruttare” questi anni per portare valore domani al nuovo datore di lavoro?
<< Attualmente sono in cassa integrazione e so che dovrò cercare un nuovo impiego da qui a poco tempo >>
Ha senso raccontare di essere in cassa integrazione al selezionatore/datore di lavoro? Quale valore aggiunto sta portando questa specifica informazione (e le altre)? Ti avvicina al tuo scopo di valorizzare il tuo profilo? Sembra piuttosto che tu stia subendo il fatto di essere in cassa integrazione. Sottolinei il fatto che hai paura di rimanere a casa quindi stai cercando di correre ai ripari. Ribalta tutto questo in positivo. Fai credere che sia stata una tua scelta reale ben programmata quella di lasciare l’azienda dopo tot anni di onorata e proficua carriera. Hai deciso di andare alla ricerca di nuovi stimoli e risultati sperimentando nuovi contesti etc.
<< Oggi ho la possibilità di sperimentare i miei interessi come le lingue straniere, ad esempio il tedesco. Sono laureata in lingue. >>
Conoscere le lingue è potenzialmente un ottimo elemento di proattività e rende fluidi. Perché? Perché conoscere una lingua approfonditamente lascia intendere doverla parlare, studiare, applicare facendo pratica senza abbandonarla ma nutrendola costantemente con costanza. Questi elementi sono estremamente positivi e possono essere “portati” come plus del tuo mindset anche ad altri scenari utili al datore di lavoro.
Ad esempio: il fatto che tu assecondi i tuoi interessi potrebbe lasciare intendere che riesci ad organizzare il tuo tempo per dedicarti allo studio di una lingua utile anche all’azienda nel campo degli affari o nel ricoprire il tuo specifico ruolo. Vuol dire che hai un metodo di apprendimento già rodato in anni di studio che ti permette di rimanere al passo coi tempi che cambiano. Qui però Martina non parla né di metodo né di numeri. Nè tantomeno di risultati. Non fornisce benchmark che facciano capire ad un interlocutore come utilizzare questa informazione a proprio vantaggio. Diverso sarebbe pensare alla lingua scrivendo/dicendo da quanti anni si studia, quale sia l’utilizzo quotidiano o settimanale o mensile che se ne fa, in quali contesti, applicata a chi e si costruisca un “ponte” col ruolo che ricopre/vorrebbe ricoprire.
Ad esempio:
Studio tedesco da 30 anni, da quando frequentavo l’università. Ad oggi ho all’attivo circa 10.000 ore negli ultimi 10 anni considerando 1.000 ore/anno di pratica. Infatti oggi parlo e scrivo in lingua tedesca minimo 3 ore al giorno. Mi interfaccio con clienti e fornitori in tedesco, scrivo report e redigo documentazioni da inviare all’estero. Grazie al metodo “XYZ” riesco a studiare una nuova lingua in nel 50% di tempo in meno rispetto alla media.
Questo mi ha permesso all’università e poi nei lavori fatti in questi 30 anni di essere operativa e produttiva in nuovi incarichi e progetti celermente producendo risultati doppi per le aziende nelle quali ho lavorato. Nelle mie esperienze che possiamo suddividere in 3 blocchi macro infatti ho raggiunto questi risultati e questi altri grazie al metodo XYZ perfezionato. Sono certa che potrei fare lo stesso anche nella vostra azienda nell’apprendere nuovi protocolli o procedure… etc.
<< Ho davanti a me parecchi anni ancora di lavoro e cerco sempre di essere energica, dinamica, motivata e positiva. >>
Serve a questo punto spiegare con numeri, fatti e successi cosa questi termini vogliano realmente dire. In che modo potrebbero essere attributi validi per la nuova azienda nel nuovo ruolo? Il mondo dei candidati infatti è pieno di persone che citano queste parole ma ciò che non è chiaro è il significato che gli attribuiscono. Quindi non commettere l’errore di non spiegare cosa intendi. Pensa sempre all’utilità di questi termini per il datore di lavoro. Se non ti avvicinano all’essere percepito come un candidato migliore ed un professionista più competente eliminali.
Gioca sul ring corretto, non cercare stage
“Non cercare stage” deve diventare il tuo motto. Cosa intendo?
Intendo dire che è facile cadere in facili tranelli per non rimanere incastrati nel limbo del “senza lavoro”. Non cedere però a questi richiami da sirena perchè ti porterebbero fuori strada.
Stage o altre formule contrattuali sviliscono il tuo profilo. Lo impoveriscono, ne limitano il valore percepito, screditano e deposizionano le tue competenze.
Mi capita spesso di ricevere richieste di aiuto da chi mi chiede:
“Guglielmo, sono disposto a mettermi in gioco con uno stage o con contratti a tempo determinato”
Questa affermazione apparentemente positiva in realtà non cela nulla di buono.
Depista, porta decisamente fuori strada a giocare su un ring dove non potete vincere affatto.
Come scoprire se il tuo profilo é adatto alla posizione
E’ paradossale ma potresti infatti destare più sospetti candidandoti per posizioni per “giovani leve” piuttosto che quelle per profili senior facendo insorgere molti più punti di domanda. Ad esempio:
- Come mai una persona con 30 anni di esperienza si candida per questa posizione di stage? Cosa gli sarà capitato?
- Potrebbe essere che ha commesso qualcosa di grave ed è stato licenziato?
- Potrebbe essere che non era capace e adesso sta tentando altre strade?
- Potrebbe essere che sia così confuso e alla ricerca di soldi da trovare qualsiasi lavoro perché magari ha debiti?
Ovviamente sono considerazioni estreme (ma neanche così tanto in fondo) che portano pregiudizi e limiti ancora più grandi nei tuoi confronti. QUINDI non cedere ma impara a valorizzarti per il valore che puoi restituire.
Bene, spero di cuore che questo articolo ti sia stato utile. Ti ha avvicinato un po’ di più al tuo obiettivo di vivere la vita professionale?
Mi piacerebbe tantissimo conoscere la tua opinione. Sapere se ti è piaciuto, se inizierai presto ad utilizzare il Metodo.
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Per me significherebbe davvero molto. Grazie di cuore!
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Ogni giorno mi impegnerò a rendere più facile e affascinante il viaggio che trasformerà le tue esperienze, competenze e talenti in un lavoro arricchente di cui tu potrai andare fiero.
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