Lavorare tramite Agenzie per il lavoro: pro e contro
Le Agenzie per il lavoro (APL) ex agenzie interinali, sono enti autorizzati dall’ ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro) ad offrire servizi relativi alla domanda e all’offerta di lavoro. In pratica sono intermediari del lavoro che permettono l’incontro tra le due parti: aziende e (aspiranti) lavoratori.
Un’azienda è interessata al tuo profilo ma la l’Agenzia per il lavoro ha fatto blocco?
Perché le APL inviano CV standard anche quando il candidato inoltra loro un CV steso ad hoc per l’azienda in questione?
Quali sono i pro e i contro delle APL nel mercato del lavoro italiano?
In questo articolo risponderò a tutti questi tuoi dubbi e molto altro ancora.
Come funzionano le APL?
Per poter operare le APL devono essere regolarmente registrate all’Albo informatico in una di queste categorie:
- Generaliste
- Specialiste
- Intermediazione
- Ricerca
- Selezione del personale
- Ricollocazione professionale.
Le aziende che si affidano alle APL lasciano a loro la piena autonomia della somministrazione dei candidati: vuol dire che il candidato viene assunto dalla APL e poi ricollocato nell’azienda cliente.
I vantaggi delle APL per il candidato
- Puoi usufruire gratuitamente dei servizi di orientamento offerti dalle APL
- Le offerte che ricevi sono, il più delle volte, in linea con il tuo profilo professionale
- Una volta assunto dall’APL, oltre a godere degli stessi diritti di qualsiasi lavoratore assunto, potrai godere di prestazioni aggiuntive quali:
- una tantum per la maternità,
- rimborsi per prestazioni sanitarie
In sostanza hai un canale a cui le aziende si rivolgono per trovare un candidato in linea con le loro richieste.
Gli svantaggi delle APL per il candidato
Dipende dal singolo caso ma raccogliendo varie esperienze si possono riscontrare delle somiglianze nei feedback dei candidati.
Inoltre, lavorando da anni come selezionatore di professione, career coach ed HR Manager ho insight che ti portano nel dietro le quinte che voglio condividere con te.
Tra i principali svantaggi puoi riscontrare:
- Una scarsa (se non nulla) attenzione al tuo curriculum vitae
- Posizioni lavorative non sempre allineate alle esigenze del candidato, ai suoi talenti, potenzialità ed aspettative manifestate
- Colloqui troppo rapidi e standardizzati senza cura nei confronti della tua storia privata e delle tue esperienze davvero peculiari e caratterizzanti da “vendere e mettere in luce”
- Tempi biblici tra il primo e i successivi incontri
- Mancate comunicazioni a causa della triangolazione tra i diversi soggetti coinvolti che non migliorano realmente le tue performance
- Tramite l’APL hai di fatto più soggetti da convincere di essere il candidato perfetto e più coerente alla posizione. Questo crea frizioni e possibili squalifiche prima ancora di far breccia oltre il muro dell’azienda perché bloccati dal “mastino da guardia” degli addetti dell’APL
Inoltre, gli addetti delle APL soprattutto nelle filiali sul territorio sono commerciali piuttosto che reali selezionatori formati approfonditamente per esaltare il talento dei candidati.
I KPI utilizzati per valutare le tue performance
- Visualizzazioni e candidature – Le metriche possono riguardare il singolo annuncio di lavoro. La ricerca è bloccata perché l’annuncio riceve poche visualizzazioni? Forse bisogna cambiare i canali utilizzati. Arrivano poche candidature? Potrebbe essere necessario modificare la job description rendendola più chiara o accattivante.
- Source of hire – è la metrica che identifica le fonti da cui arrivano i cv per capire quali sono le più efficaci. A tal fine si può analizzare un singolo annuncio, o anche più annunci in un lasso di tempo definito.
- Il tempo dedicato alla selezione – definendo quanto ne serve per concludere una ricerca si può stimare quanto ne servirà per concluderne una seconda. Se il recruiting è lento forse l’annuncio non sta funzionando come dovrebbe.
- Tasso di accettazione di un’offerta – viene misurato in base al numero delle offerte accettate dai candidati selezionati. Se il tasso di offerta è basso potrebbe esserci qualcosa che non va nei benefit offerti ai candidati. Sono paragonabili a quelli dei competitor?
- Costo medio per l’assunzione si misura invece dividendo la spesa totale del recruiting per il numero dei candidati assunti. A tal fine si calcolano ad esempio i costi della società di selezione e del personale interno impegnato nella ricerca.
Cosa fare durante il primo contatto con una APL?
Nella fase di primo contatto con l’APL è fondamentale dare la pappa pronta al nostro interlocutore fornendo noi esempi di tutti i possibili link e collegamenti per ruoli, posizioni, incarichi, tipologia di aziende ed industry più coerenti ed allineati così da ridurre il rischio che il nostro interlocutore non capisca.
Abbi cura di fare tante domande su quali siano gli step e gli strumenti adeguati per comprendere e facilitare l’operato dell’addetto alla selezione.
L’addetto alla selezione è valutato sul tempo impiegato e sui candidati più idonei e coerenti (a detta dell’azienda). Quindi più gli “imboccherai” tutte le risposte ai suoi problemi, fornendo un profilo perfettamente in linea con quello da proporre, meno sforzo dovrà sostenere lui nel reclutamento. Sarà così molto più facile essere proposto all’azienda e richiamato.
Il mondo delle risorse umane è molto più piccolo di quanto pensi.
Il mio consiglio, dunque, è di essere sempre il più trasparente e professionale possibile. Queste sono le migliori monete di scambio soprattutto per chi lavora spesso con le APL.
Durante ogni specifico iter di selezione io insegno ai miei allievi a creare cv coerenti e adeguati ad ogni esigenza e a creare presentazioni da allegare ai cv o da inoltrare prima di un colloquio o da sottoporre anche durante un colloquio virtuale o da portare con sé in caso di colloquio in presenza.
In questo modo anche con l’APL intermediaria l’azienda cliente avrà sempre i dati più freschi e attendibili sul candidato e se l’azienda vorrà contattare il candidato sarà questa a farlo.
Un altro consiglio che in genere fornisco ai miei allievi è di far entrare in gioco l’e-mail di follow-up (o qualsiasi altro contatto successivo).
In questo caso, sempre durante il colloquio, è bene prendere i riferimenti dell’HR dell’azienda o comunque del contatto dell’azienda e girare il follow-up a tutti i soggetti coinvolti così da essere i più diplomatici possibili.
>>> Come dominare il colloquio di lavoro – guarda il video
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