Come dare le dimissioni: il modo giusto per farlo

come dare le dimissioni

Quando dare le dimissioni non è solo un atto formale

Rimanere o andarsene? Questo è il dilemma.
Se la tua attenzione è finita su questo articolo è perché ti trovi a dover decidere se dare le dimissioni oppure no.

Stai facendo i conti col rimanere o andartene dall’azienda dove ti trovi. Ti domandi come fare le cose per il verso giusto affinché tutto finisca bene.

E’ naturale avere dei pensieri e spinte opposte.

Alcuni ragionamenti ti portano a rimanere nel punto attuale e a non fare mosse. Pensi per esempio che potrebbe essere sbagliato il tempismo.

Altri pensieri invece ti forzano ad agire, a prendere il timone della tua carriera. Ti stimolano a non avere timore e ad inseguire quell’immagine di te che troppo a lungo hai messo da parte per far piacere agli altri.

Dici a te stesso di voler fare il lavoro che ti piace e non vuoi più rimandare. Sei pronto a dare le dimissioni?

Benissimo!

Sei decisamente nel posto giusto. Mi sono sentito così anche io, più di una volta, cambiando ruolo e aziende.

Ma te ne parlerò alla fine di questo articolo-lezione.

Adesso cominciamo subito a mettere i puntini sulle “i”. Capiamo insieme in che modo presentare in maniera corretta le tue dimissioni. Dobbiamo farlo senza pestare i piedi a nessuno. Mantenendo sempre quante più porte possibili aperte.

Nella vita: mai dire mai e ragionare per assolutismi. Ricordalo sempre.

Perché è importante dare le dimissioni in modo giusto

Licenziarsi da un posto di lavoro è una delle cose più stressanti e scomode che toccherà prima o poi anche a te fare. Fa parte della naturale evoluzione del tuo percorso di crescita e di carriera.

In passato avresti potuto giurare amore e fedeltà eterna ad una sola ed unica azienda. Oggi nel 2020 non è più affatto così.

Niente paura se questa è la tua prima volta!
Sei disposto ad ascoltare attentamente ogni mia singola parola e strategia sul come dare le dimissioni? In questo articolo condividerò con te tutti i miei consigli. Vivrai così  questo momento  quanto più serenamente possibile.

Sia che lasci il tuo lavoro per un’occasione migliore, sia che lo lasci perché non sopporti più il tuo capo, è imperativo licenziarsi con grazia.

Ricorda che il mercato del lavoro è piccolissimo, più di quanto tu possa immaginare. Litigi, pettegolezzi e “affronti” corrono veloci e rischiano di fare terra bruciata intorno a te.

Moltissime persone commettono l’errore di usare il momento di dare le dimissioni come IL momento per togliersi tutti i sassolini dalle scarpe.

Sei d’accordo che dopo tutti i sacrifici fatti non avrebbe senso buttare tutto all’aria solo per orgoglio?

E’ più consigliato gestire l’impeto dello stato emotivo. Avere una strategia pratica ed un piano d’azione responsabile che ti permettano di uscirne al massimo. Potrai così mantenere una certa reputazione nel tuo giro d’affari. E magari ottenere una ricca e lusinghiera referenza.

Credo che la cosa migliore da fare sia seguire subito 3 piccoli accorgimenti:

  • evitare gaffe e colpi di testa dettati dall’emotività,
  • ridurre il rischio di essere ricordato “male” da colleghi, capi, clienti, altri portatori d’interesse,
  • non  pensare alle dimissioni come un “addio” ma un “arrivederci”.

Stiamo per immergerci ancor più a fondo in questo delicato argomento!

Come dare le dimissioni in modo efficace per non essere dimenticato

Ho preparato questa semplice check-list così da non lasciare nulla al caso. Ti consiglio di fare copia/incolla sul tuo smartphone o pc e non dimenticare mai nessuno di questi punti.

Cominciamo dalle basi:

1.Confrontati col tuo Responsabile prima di dare le dimissioni e non lasciare nulla al caso

“Non si muove foglia che il tuo capo non voglia”.
No, non devi parlare col tuo capo perché debba darti in qualche modo la sua approvazione o il suo consenso. Qualunque sia la motivazione per cui hai deciso di interrompere volontariamente il rapporto di lavoro è preferibile confrontarti in modo sincero e ben organizzato col tuo responsabile.

La lettera di dimissioni consegnata in busta chiusa come “gesto estremo” è proprio l’ultima formalità amministrativa e burocratica.

Prima devi occupati della gestione emotiva. E’ la cosa più importante per salvaguardare la percezione che gli altri hanno di te come professionista.

Quindi è fondamentale essere corretti e lasciarsi in buoni rapporti con l’intero ufficio. Non solo con i colleghi e subordinati, ma anche e soprattutto col capo.

Per questo motivo, ancor prima di condividere la notizia con i tuoi colleghi (o, peggio, postarla sui tuoi social network), fissa un incontro con il capo per comunicargli le tue intenzioni di dare le dimissioni.

Non anticipare troppo.

Non svelare immediatamente che l’oggetto dell’incontro sarà il tuo “lasciare la nave”. Trova un modo diplomatico per dargli aggiornamenti rispetto al tuo lavoro e allo stato dell’arte attuale.

Consiglio di scrivere un vero e proprio “testo riepilogativo” (io ho fatto così tutte le volte) che ti darà delle preziose e ben ragionate linee guida da seguire durante l’incontro:

  • motiva  la tua decisione con numeri, dati, casi concreti senza lasciarti andare a  giudizi negativi o discorsi generici astratti. Contestualizza, argomenta e spiega;
  • riepiloga lo stato dell’arte del tuo lavoro (attività, progetti, responsabilità attuali);
  • spiega  che sei disposto a creare delle SOP (Procedure Operative Standard. Un insieme di istruzioni dettagliate compilate da un’organizzazione per aiutare i lavoratori a svolgere complesse operazioni di routine);
  • dichiara la tua disponibilità a effettuare un passaggio di consegne con chi ti sostituirà;
  • considera il periodo di preavviso e fai i calcoli in modo corretto per non scontentare nessuno:
  • esprimi apprezzamento al tuo capo e alla tua squadra per la dedizione e la  collaborazione. Non puoi sapere chi del tuo dipartimento potrebbe ripresentarsi in futuro nella tua vita lavorativa come cliente, contatto chiave, collega, consulente o persino capo.
2. Non diffondere la notizia troppo presto e non annunciarla ai tuoi colleghi prima che al tuo capo

“Non dire gatto finché non l’hai nel sacco”. Molte persone annunciano la notizia che lasceranno l’azienda troppo precipitosamente.

Alcuni addirittura cominciano a parlarne con i colleghi come se fosse cosa fatta ancora prima di aver siglato ufficialmente l’offerta presso un’altra azienda. Inutile dire che così facendo si rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano. Potresti distruggere l’immagine che hai costruito in anni di onorata carriera.

Inutile dirti che un’offerta verbale non è lo stesso di una scritta. Ti conviene parlare dell’opzione di cambiare azienda nel momento in cui stringi in mano la lettera di impegno siglata dal nuovo datore di lavoro.

Le cose possono sempre andare in pezzi all’ultimo minuto, lasciandoti a mani vuote. Sarebbe un vero peccato bruciarti in questo modo.

Ricorda sempre che la prima persona a conoscere le tue intenzioni dovrà essere il tuo capo.

In questo modo manterrai il tuo buon nome e la tua buona reputazione. Questo dovrebbe sempre essere una tua priorità anche se nell’ufficio che ti accingi a lasciare non scorreva più buon sangue.  Educazione, professionalità, onestà e trasparenza sono elementi imprescindibili di un professionista con la “p” maiuscola.

Se non altro fallo per te.

Adesso ti segnalo alcune cose assolutamente da NON FARE.

Sei arrivato fino a qui. Il mio consiglio spassionato è di non compromettere la tua reputazione con atteggiamenti scorretti. Tutto ciò che può ledere direttamente o indirettamente gli interessi dell’azienda che lasci è assolutamente da evitare.

1.Provare a portare i colleghi o clienti o altri elementi chiave con te

Spesso accade che parlando con i colleghi dell’opportunità di andare altrove ci siano le condizioni affinché anche altri possano seguire il vostro esempio. Fare proclami di questo tipo potrebbe risultare come un atto di guerra interpretato decisamente male dal datore. Un atteggiamento, questo, decisamente da evitare.

2. Infrangere le policy aziendali

Il fatto che tu abbia comunicato di lasciare l’azienda non vuol dire che puoi non seguire i progetti e le attività di cui eri titolare. Non sei dispensato dal rispettare le policy aziendali. Anzi, direi che avrai ancor di più gli occhi addosso. Considera che le tue task ti verranno via via sottratte d’ufficio e dirottate verso il tuo eventuale sostituto o ridistribuite tra i colleghi. Quindi non preoccuparti tra poco sarai libero!

3. Non dare preavviso sufficiente

Assicurati di dare al tuo capo sufficiente preavviso. Cosa vuol dire? Innanzitutto chiedi all’ufficio risorse umane un estratto del ccnl di riferimento a cui è soggetto il tuo contratto. Verificherai autonomamente, a secondo del tuo livello, quanti giorni di preavviso dover accordare all’azienda. Considera comunque sempre che tutto è negoziabile quindi non esitare ad avanzare pretese ben ragionate. Se ti trovi nel mezzo di un progetto che richiede tre settimane, per esempio, il preavviso standard potrebbe non essere considerato una mossa corretta.

Cosa fare davanti ad una contro offerta?

Potrebbe capitare che la tua attuale azienda cerchi di trattenerti con una controproposta. Nonostante tu non voglia più saperne è bene considerare alcune ragioni per cui questo potrebbe accadere:

  • Trovare un sostituto sarebbe costoso.
  • Il loro budget non prevede nuove assunzioni in questo momento  dell’anno.
  • Non hanno tempo per occuparsi di recruitment ora.
  • Vogliono che tu continui a lavorare finché non trovano un sostituto.
  • Vogliono che tu completi i progetti di cui sti stai occupando.
  • Non hanno tempo per formare qualcun altro ora.
  • Perdere personale potrebbe danneggiare la reputazione dell’azienda sul mercato.
  • Potrebbero perdere clienti, contratti, altri elementi chiave.
  • Aumentare negativamente kpi scomodi monitorati da casa madre come il turn-over.
  • Sei a conoscenza di informazioni chiave sugli sviluppi futuri e strategici dell’azienda.
  • etc.

Come puoi notare tutte queste motivazioni sono collegate a filo doppio alle tue capacità di portare valore e vantaggi all’azienda grazie alle tue skills. Quanto più sono indispensabili al core business tanto più l’azienda proverà a trattenere te ed altri dipendenti dimissionari.

Se ti senti realmente interessato a ciò che la tua azienda ti sta offrendo per farti rimanere, allora puoi anche negoziare questa loro proposta ma in questo caso ti riporto a questi altri 2 ARTICOLI CORRELATI:

Come chiedere una promozione: il metodo per ottenerla davvero
Chiedere un aumento: il metodo per farsi dire di si

Ad ogni modo se stai pensando di cedere a questa contro offerta ti consiglio di ricordare a te stesso il motivo principale per cui hai scelto di dare le dimissioni.

Poniti le seguenti domande:
  • Cosa ti ha portato realmente a cambiare azienda?
  • Dai un valore alla relazione col tuo responsabile da 1 a 10. Perché gli attribuisci questo punteggio? La situazione è recuperabile/migliorabile più di così?
  • Ti senti a tuo agio nel tuo attuale ruolo?
  • Perché l’attuale datore di lavoro vuole a tutti i costi che tu rimanga?
  • Perché  proprio adesso hanno paura di perderti? In che modo sei stato trattato prima?
  • Le promesse che ti fanno (e che ti hanno fatto in passato) le manterranno (le hanno mantenute in passato?)?
  • Perché dovresti fidarti? Perché invece non dovresti?
  • Chiediti se tale proposta può davvero rispecchiare i tuoi bisogni. Se non trovi motivazioni valide, allora è il momento di abbandonare l’azienda.
  • Ti sei guardato intorno soltanto per avere una contro offerta migliorativa?
Rimanere o andarsene, questo è il dilemma, no?

Ti parlo per esperienza diretta. Molto di rado ci sono buone ragioni per accettare una controfferta e non rimanere dove si è.

Ti capisco più di quanto credi.
Forse sei arrivato al punto di dare le dimissioni perché:

  • hai  voluto guardarti intorno attivamente candidandoti per alcune allettanti posizioni;
  • sei  stato coinvolto involontariamente in un processo di selezione non richiesto;
  • sei  stato referenziato ed hai trovato un nuovo lavoro coerente con chi sei adesso;
  • hai  investito tempo e risorse su questo progetto di cambiamento e sei anche pronto a livello emotivo per rimetterti in gioco;
  • hai in programma di cambiare città, regione o nazione e non puoi patteggiare;

Ok, niente di nuovo. Fidati! Restare dove sei, dopo tutto questo, potrebbe sembrare fare un passo indietro. Inoltre la volontà di lasciare l’azienda non sarà dimenticata dai tuoi superiori.

Dovrai lavorare ancora di più per acquistare nuovamente la fiducia del tuo capo.

Dovrai impegnarti più dei tuoi colleghi per dimostrare lealtà, voglia di lavorare e rimanere nel lungo periodo. La tua vita in azienda non sarà più così semplice. Non è detto ovviamente al 100% ma è altamente probabile, QUINDI fammi la cortesia di pensarci molto attentamente.

Le statistiche parlano chiaro. L’80% dei lavoratori che hanno accettato una controfferta lasciano l’azienda dopo sei mesi e, ancora, il 93% abbandona dopo 18 mesi.

Quando prendi la tua decisione di accettare o meno una controfferta, ricordati di mettere SEMPRE te stesso prima di ogni cosa.

Il tempo di metterti in secondo piano è finito.

Non sentirti mai in colpa perché di sicuro il tuo datore di lavoro non se ne preoccuperà.

Mantieni sempre la porte aperta: la mia storia in breve

Come ti ho anticipato, anche io mi sono trovato spesso a dover fare i conti col cambiare azienda (e ruolo) nell’arco della mia carriera (approfondisci la mia storia leggendo CHI SONO). Ho sempre gestito estremamente bene questi momenti delicati di transizione. Sono partito da queste basi che ho condiviso con te in questo articolo-lezione.

Ti elenco qui alcuni spunti che mi hanno permesso di mantenere sempre le porte aperte con capi, colleghi, clienti e collaboratori. Questo mi ha permesso di “rientrare dalla finestra” in molte di queste aziende come ad esempio consulente esterno:

  • Impegnati nel passaggio di consegne;
  • Fornisci supporto costante prima, durante e dopo esserti dimesso e aver cambiato bandiera;
  • Inoltra email di follow-up e di update reciproco periodico (1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno) ad ex capi e colleghi periodicamente con contenuti di  valore, ragionamenti, articoli, spunti etc. Tutto ciò che possa ricordar loro le tue competenze e capacità indiscusse;
  • Utilizza date e anniversari per mantenere i rapporti con la tua ex azienda e farti ricordare;
  • Rispondi alle domande/email di quelli che potrebbero assumere il tuo ruolo. Senza esagerare, ma dimostra di tenerci;
  • Etc.

Ci sarebbe ovviamente molto altro da dire. Ma questo articolo sta già diventando una SUPER GUIDA fin troppo carica di informazioni. Ti invito ad approfondire questi temi accedendo ai miei percorsi formativi a numero chiuso QUI.

E quando arriva l’ultimo giorno

Solitamente, è buona abitudine mandare una email di ringraziamento a tutto l’ufficio, dove lasciare i propri recapiti personali o – anche – organizzare un pranzo o un aperitivo per congedarsi in modo più informale.

Prepara a festeggiare insieme a colleghi, capo ed altri superiori dell’azienda facendo diventare questo momento di dimissioni un momento memorabile per lasciare un’immagine GRANDIOSA di te.

Usa questa occasione per farti conoscere anche da quei colleghi e responsabili di altri dipartimenti con i quali magari non hai mai lavorato così a stretto gomito.

Sembra quasi un paradosso farsi conoscere l’ultimo giorno di lavoro.

MA credimi se ti dico che sarà il giorno più importante per te, per mantenere quelle porte aperte.

Prepara un bel discorso di congedo in cui alternare informazioni quantitative (risultati, numeri, progetti di successo seguiti in team, intradipartimentale etc.) a qualitative (aneddoti divertenti che rendano distesa e conviviale l’atmosfera generando ricordi positivi nei partecipanti). Trova il modo di coinvolgere i partecipanti e di lasciare loro qualcosa di concreto di te e del tuo “passaggio professionale” nelle loro vite.

Se vorrai approfondire questo tema ovviamente sarò felice di approfondirlo insieme a te in consulenza strategica. Scopri di più continuando a leggere!

come lasciare il lavoro e dare le dimissioni

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2 commenti su “Come dare le dimissioni: il modo giusto per farlo”

  1. Marianna ha detto:

    Ciao Guglielmo. Non ho ancora concluso il corso JobHero dunque forse in un video ancora non visto da parte mia c’è la tematica affrontata. Ma secondo la tua opinione ha senso dimissionare se non si è ancora trovata l’opportunità seguente? Quanto potere contrattuale perdi, se lo perdi, nel non essere attualmente impiegato quando cerchi la seconda opportunità (voluta e cercata con coscienza tecnica e mentalità), per favore? Grazie infinite

    1. Guglielmo Dragotta ha detto:

      Ciao Marianna, in linea generale è sempre meglio cambiare azienda avendo tra le mani una lettera di impegno o comunque altre alternative così da avere sempre un maggior peso negoziale in fase di colloquio. Non c’è una percentuale o numero “magico” che possa dimensionare quanto potere contrattuale perdi o guadagni a secondo che tu sia ancora impiegata o meno. Ci sono professionisti che anche “lasciati a casa” riescono a farsi assumere serenamente dopo lunghi periodi di “vuoto” perché valorizzano adeguatamente competenze, conoscenze, talenti etc. Le variabili in gioco sono molte. Se nell’azienda dove ti trovi invece stai male fisicamente e psicologicamente, rischi di andare in burn-out per l’ambiente malsano e tossico e sei arrivata ad un punto di non ritorno allora non c’è Santo che tenga e consiglio sempre di cambiare aria prima che sia troppo tardi anche se questo potrebbe voler dire dimettersi o meglio (in Italia) trovare accordo per essere licenziati. Grazie

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