La mentalità vincente per fare cambiare lavoro e fare carriera nel 2024: First Negative, Second Positive

Come sempre vi vado a condividere delle informazioni che vengono dal mondo americano, perché qui in Italia, come sapete, le cose arrivano sempre dopo. E’ davvero tutto posticipato.

In questo articolo di oggi vi porto quindi nel futuro! Quanti di voi hanno mai sentito parlare della mentalità First negative, second positive applicata al lavoro.
Beh se non avete mai sentito parlare di niente del genere siete nel posto giusto ed oggi alla fine dell’articolo potrete dire a voi stessi di aver imparato qualcosa di straordinariamente nuovo ed utile.

Mentre nel first positive, second negative avete mai sentito parlare? A cosa vi fa pensare? Proviamo a riflettere già. Stoppa il testo e cerca di tradurre questo concetto dall’inglese trovando la tua interpretazione. (SPOILER: fare così facilità il tuo apprendimento e migliora anche il tuo pensiero critico).

Non intendo confondervi, adesso approfondiamo ogni cosa.

Facciamo qualche esempio diretto, pratico, per farvi capire di cosa stiamo parlando.
Iniziamo con un esempio che non c’entra col mondo del lavoro giusto per farvi capire e introdurvi al tema.

Quando dobbiamo scegliere, ci troviamo in una situazione in cui dobbiamo prendere una decisione, però ci sono mille pro, mille contro, non sappiamo bene valutare e se procedere con l’opzione A oppure B.

Immaginiamo per esempio di trovarci nella situazione in cui c’è una bellissima giornata fuori, andiamo al parco, c’è un bellissimo gelato che ci urla e ci dice cavoli prendi questo gelato, mangiami, dissetati, prendi una roba dolce, e poi in qualche modo in cuor vostro sapete che, chiaramente, mangiare quel gelato non è che vi farà dimagrire, ma vi potrebbe appunto appesantire, fare un po’ ingrassare, no?

Non servirà in modo funzionale alla buona prosecuzione della vostra dieta che state facendo con tanto sudore e sacrificio. Però poi cosa accade?

Che la vostra mente dica, beh, ma comunque io ottengo un beneficio immediato. Mangio il gelato, mi sento meglio, sono rinfrescato, mi piace, tutto dolce, buonissimo. Allora, cosa è più importante?

Che questo primo atto della scelta che voi fate sarà first positive, perché l’output immediato di questa scelta di prendere il gelato sarà estremamente positivo, sarà una gratificazione immediata strepitosa, no?

Quindi vi sentirete bene, quindi first positive, la prima cosa che scaturirà sarà una cosa positiva.

Dopodiché però scaturirà magari un senso di colpa, una sensazione negativa, cioè questo second negative, perché vi sentirete in colpa, poi direte cavoli ho proprio fatto male, ora mi va tutto qui sui fianchi o sul sedere. e che cosa accade convenzionalmente?

Che vivete male quel tipo di scelta che avete fatto anche se inizialmente vi sembrava la cosa più giusta.

Poi ancora cosa accade? Vi dimenticate.

Magari passa una settimana, dieci giorni e vi trovate in quello scenario nuovamente e ricommettete di nuovo lo stesso errore facendo la stessa scelta perché ancora una volta la prima cosa che guarderete sarà la gratificazione immediata, sarà quello che ottenete nel brevissimo periodo, questo first positive, questa sensazione assolutamente positiva.

Chiaramente, una sensazione positiva oggi, una sensazione positiva domani, crea però tutte quelle negative una dietro l’altro, no?

Quindi se voi mangiate poi dieci gelati, farete sempre il ragionamento di dire, beh, ma tanto l’ho fatto questa volta, cosa vuoi che mi faccia questo gelato, senza pensare alla conseguenza, quindi alla seconda
negative.

Mi seguite nel ragionamento e nella logica di quanto stiamo affermando? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto l’articolo o sotto il video se vorrete vederlo.

Una cosa ben diversa è invece dire First Negative, Second Positive.

A questo punto dovreste saper rispondere autonomamente…

Intendiamo in questo secondo caso il fare una scelta che vi porta ad un sacrificio reale immediato e non ad una gratificazione celere. Immaginate di dover andare a correre per esempio, no? Magari sotto la pioggia. Si tratta di qualcosa di estremamente first negative (almeno per la maggior parte delle persone). Non appena guarderete fuori tutta quella pioggia, l’umido, il freddo e la fatica tripla che dovrete fare ve la sentirete tutta addosso. Il sudore della fronte, la stanchezza. Vivrete in anticipo ogni cosa perché il cervello vi inonda di sensazioni sgradevoli per evitarvi lo sforzo fisico e l’esaurirsi della carica energetica del vostro fisico.

Dall’altra parte però questa è una situazione in cui il second, ovvero la cosa che accade dopo, sarà estremamente positiva perché starete meglio con il vostro corpo, vivrete meglio il vostro stato fisico. Probabilmente tornando a casa al posto di salire le scale prendendo l’ascensore le salirete a 4 gradini alla volta a 4 perché sarete caricati a molla, super energici.

Tutto questo però comporta in prima battuta prendere la prima decisione che vi arreca un danno, un fastidio, vi richiede un sacrificio tangibile che alza come un muro su quella scelta e spesso la fa passare in secondo piano perché è più facile l’opzione in cui il first sia positivo e mai negativo.

Ragionare con la mentalità First Negative, Second Positive va inteso banalmente, per esemplificare, come un investimento per ottenere un beneficio nel lungo periodo. Barattiamo il nostro benessere immediato per un vantaggio decisamente più ampio nel prossimo futuro.

Fin qui tutto chiaro? Fatemelo sapere nei commenti! Ci tengo a leggervi e ad avere altri esempi di vita vissuta a lavoro e non solo in cui applicate il First Positive, Second Negative e vice-versa.

Vi vengono in mente situazioni vissute nel quotidiano sul lavoro in cui non adoperiamo l’approccio vincente First Negative, Second Positive per sfiducia, paura, fatica, stress?

Ora, nel mercato del lavoro la maggior parte delle persone ha sempre il timore di fare, di agire, e quindi rimane in una condizione che è quello dello status quo.

Vi siete mai chiesti perché?

Perché si ha quella paura di dover fare azioni in più, spesso non richieste, di dover mettersi in gioco
senza avere alcun tipo di garanzia di buona riuscita, a bruciare energie psicofisiche… allora cosa accade?

Accade che la mente ci guida con una sorta di miope pilota automatico verso il preservare energie in tutti i modi possibili e immaginabili. La mente d’altronde è una macchina estremamente efficiente e quindi deve performare al massimo pertanto questa “macchina” che input ci fornisce?

“Caro Guglielmo considera che in generale se tu fai questa roba senza avere garanzie di successo potresti ottenere nulla quindi quasi quasi è meglio che tu non ci provi neanche, tendenzialmente non hai evidenze che funzioni e tutto questo porterebbe soltanto un grande dispendio di energia a fronte di
qualcosa che potrebbe capitare ma che ad oggi è molto probabile che non accada”

Allora come si comporta il professionista medio? Immagino sappiate già la risposta…

Tra sè e sè dice:

“Beh, chi me lo fa fare d’altronde? Conviene che io vada a portare avanti questa idea/proposta/azione al
mio capo? Non ho garanzie di successo, non ho nessun tipo di certezza. Sai cosa c’è? Preferisco non bruciare energie e non bruciarmi anche dal punto di vista di potenziale frustrazione che potrei avere in caso di rifiuto e quindi piuttosto preferisco non fare nulla”

Quindi in questo caso specifico il First è positivo perché piuttosto non faccio nulla, piuttosto non
agisco, recupero energia e sto bene. Ovviamente il secondo momento è negativo, perché non non andrete a parlare con il vostro capo, non vi metterete in luce, non otterrete quella promozione che volevate, che desideravate per voi.

Oppure altro esempio rapido che mi viene in mente… potreste oggi voler cambiare lavoro ma piuttosto che fare un investimento di tempo, energie e risorse in generale su un Career Coach (come potrei essere io) che aiuti in un percorso di re-skilling per facilitare il cambio lavoro o l’ottenimento di una promozione strategica si sceglie di non agire per tutte quelle paure citate prima.

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First Negative, Second Positive NON fa parte del DNA, e questa è un po’ la fregatura che abbiamo.

Il First Positive e Second Negative alimenta una mentalità subdola perché ci costringe in una condizione ancora di vita malsana, siete d’accordo con me?

Diventa necessario affrontare questo tipo di frizione, combattere questa resistenza per andare oltre.

Perché dovete farlo? Per il vostro benessere e per la salute della vostra carriera.

Il pensiero limitante da disinnescare è:

Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova

Rimango sulla strada che conosco anche se non mi porta alla carriera che voglio, anche se è insidiosa e mi fa vivere male ogni giorno il mio lavoro piuttosto che intraprendere un’altra ipotetica strada differente che potrebbe non funzionare.

Ma cari miei, potrebbe anche funzionare, non è vero?

Pensate piuttosto a qual è il costo di non fare quella scelta negativa adesso ma positiva poi.

E’ necessario che entriate in questo genere di ottica.

Molti, troppi, rimandano, rimandano e ancora rimandano. Vivono di questo First Positive illusorio e rimandano quanto più possibile il Second Negative all’infinito sperando che tutto cambi pur mantenendo le cose come sono. E poi? Alla fin fine non cambia nulla nella loro vita professionale e la carriera stagna.

Cosa farete da OGGI per ribaltare questa mentalità allenando il vostro First Negative, Second Positive?

Dunque per concludere il mio augurio per voi è che possiate uscire dal vostro loop di status quo.

Fate azione, investite su di voi e rimettetevi al centro. Ve lo meritate più della paura di fallire.

Qui di seguito alcune testimonianze per ispirarvi al cambiamento!

Perché faccio il Career Coach?

Se non conoscete la mia STORIA potete leggerla CLICCANDO QUI.

Ho fatto della tempestività il mio cavallo di battaglia, di differenziazione. Essere presente fa parte della mia Unique Selling Proposition (USP). Fa parte di quel fattore critico di successo che mi rende differente da tutti gli altri guru e formatori che ci sono oggi in circolazione.

Molti di loro, direi la maggior parte millantano la presenza, la flessibilità e proattività ma alla fine, dalle testimonianze che ricevo di chi si è “bruciato”, non sono presenti, non sono tempestivi, non diventano un reale punto di riferimento per voi, non assecondano le vostre domande, bensì lasciano sbattere e chiaramente voi, poi, siete da soli ad affrontare un cambiamento epocale nelle vostre vite.

Io al contrario seguo tutti. Come mi piace dire “Non lascio mai dietro nessuno”. Ho allievi che a distanza di anni da quando li ho seguiti impattando nelle loro vite mi seguono ancora perché trovano sempre nuovi elementi per crescere, trasformare la loro vita professionale.

Allievi che nel frattempo hanno avuto dei bambini, che si sono evoluti, che sono diventati dei modelli di riferimento per i loro figli e amano condividere con me le foto di ecografie e pancioni perché mi reputano parte di quella famiglia che ho contribuito a rendere più felice e salda avendoli aiutati a cambiare lavoro avvicinandosi a casa, ottenendo una promozione utile all’acquisto di una nuova casa per tutta la famiglia e così via.

Questo mi fa essere felice, appagato, soddisfatto per il semplice fatto che divento un punto di riferimento concreto. Essere mentore per qualcuno, se fatto bene, non ha una data di scadenza. Sono il loro mentore, rimango il loro mentore a distanza di tempo.

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Vi saluto con il motto della community: “Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”!

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Guglielmo Dragotta

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